San Giuseppe Vesuviano: intervista a Vincenzo Catapano del Pdl

Vincenzo Catapano è assurto alle cronache questi ultimi giorni per l’alterco, avvenuto in pubblica piazza, con il rappresentante dell’ex amministrazione Ambrosio, Franco Annunziata. Chi conosce Catapano e la sua vicenda politica, sa bene che l’episodio di Carnevale è il punto di approdo di un clima di tensione all’interno della politica sangiuseppese. Egli è infatti il principale artefice della battaglia per la legalità che ha portato alla decisione del Consiglio dei Ministri di sciogliere

Vincenzo Catapano

il consiglio comunale di San Giuseppe. Avvocato penalista, Catapano ha sempre militato nelle fila di An, prima di confluire all’interno del Pdl. E’ stato assessore alle politiche sociali e alla pubblica istruzione nonché presidente dello stesso consiglio comunale. Da qualche anno rappresenta il principale avversario politico di Antonio Agostino Ambrosio. Avvocato, l’episodio della scorsa settimana certamente rappresenta qualcosa di estremamente grave che rischia di avere conseguenze non solo giudiziarie, ma anche politiche. Cosa sente di dire in merito? “Non ci facciamo intimidire da nessuno né riteniamo corretti gli atteggiamenti di chi evidentemente non ha compreso che il paese ha bisogno di democrazia. La possibilità di un progetto alternativo a quello dell’ex amministrazione Ambrosio penso che rientri nelle regole democratiche. Noi rappresentiamo un progetto politico radicalmente innovativo rispetto alla scorsa amministrazione. Abbiamo sempre perseguito la legalità e purtroppo ci rendiamo conto che tali scopi non sono mai stati perseguiti dalla coalizione che finora ha governato. Basti pensare che siamo il primo paese per abusi edilizi nell’arco degli ultimi sette anni. Simbolo di questo degrado politico e sociale è lo stato della nostra piazza Garibaldi, divenuta oramai solamente un ricettacolo di immondizia”. Pensa che gli attuali commissari potranno risolvere, se non tutti, almeno parte dei problemi di San Giuseppe o assistiamo ad un periodo di transizione prima che la palla venga passata alla futura amministrazione che governerà il paese? “Problemi del genere vengono fuori poiché è già il cuore del paese che non funziona. La macchina amministrativa era bloccata da un sistema di favoritismi, parentele, condizionamenti che poi hanno portato in sede amministrativa a scelte scellerate, come quella della piazza. Con la presenza dei commissari, assistiamo ad un ripristino della normalità”. Si aspettava che le sue scelte politiche avrebbero portato ad aggressioni del genere? “Nonostante viva in una realtà difficile come sono tutte le realtà vicine, non mi aspettavo si potesse arrivare a tanto. Le dirò un’altra cosa e lei è la prima persona a cui dico ciò: sono sicuro che il successo che abbiamo riscosso ieri sera con il ministro Carfagna, con quasi mille presenze, certamente darà fastidio a qualcuno e sono sicuro che nei prossimi giorni avremo altre manifestazioni di intolleranza”. Lei crede che stiamo assistendo ad un declino di San Giuseppe, un tempo conosciuta come la Prato del Sud? “La crisi mondiale ha sicuramente acuito e messo a nudo le difficoltà che il mio paese viveva già. Tuttavia, la gente di San Giuseppe più volte ha dimostrato nella propria storia di avere delle grandi qualità di rinascita e di reimpostazione delle proprie attività. Ora che certamente saremo al governo della Regione, con una serie di progetti validi messi in campo da un tipo di politica seria e preparata, gli imprenditori potrebbero ritrovare le condizioni per poter meglio operare”. Come vede Lei il futuro del suo paese e, allo stesso tempo, del suo partito? “Sono strettamente connessi. Vedo un Pdl vincente, in particolar modo in vista delle prossime amministrative. Un Pdl locale che certamente avrà delle referenze fortissime alla Regione e al Governo e che avrà la capacità di portare finanziamenti in questo paese. Il Pdl porrà le basi per la rinascita di San Giuseppe”. La moglie dell’ex sindaco Ambrosio risulta candidata alle prossime elezioni regionali col pieno sostegno del marito, il quale a sua volta, col ricorso al Tar, spera di ritornare sulla poltrona di primo cittadino. Pensa che le vicende degli ultimi mesi finiranno per penalizzare politicamente Ambrosio e i suoi più stretti collaboratori o assisteremo ad un ennesimo successo elettorale, anche se indiretto, di questo personaggio politico così discusso? “Non intendo la politica come scontro personale, quindi il mio ragionamento è semplice: non temo assolutamente che un tribunale dello Stato possa sovvertire la decisione del Consiglio dei Ministri. Al di là del ricorso al Tar, il discorso è che con Ambrosio dal 1985 abbiamo ingessato questo paese. Non abbiamo avuto più progettualità né nulla che facesse decollare questo paese. Nel frattempo, è arrivato il CIS, nel frattempo è arrivato il mercato europeo. Addirittura adesso abbiamo il mercato africano e San Giuseppe è risultata sempre fuori da questi meccanismi. Si tratta di un fatto ineludibile ed incontestabile. Non abbiamo avuto che clientelismo. Sembra quasi che il progetto sia quello di ‘depauperare’ i cittadini. Ciò che la gente di qui deve sapere è che noi non vogliamo porre dei limiti, bensì vogliamo mettere le ali ai piedi dei sangiuseppesi per farli ritornare in Europa”.

Antonio Averaimo

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