Operazione Gomorra: ecco i segreti di casa Savastano

savastano3Oro, decorazioni, marmi. Le case dei boss di camorra seguono un «leit-motiv» fatto di sfarzo e accessori kitsch. Quella di Francesco Gallo, capo dei «Pisielli», non fa assolutamente eccezione. Siamo a Torre Annunziata, al civico 131 di via Plinio. Alle spalle della villetta sorge il popoloso quartiere denominato Parco Penniniello. Lì i Gallo-Pisielli hanno il loro fortino e in quelle strade hanno deciso, tra il 2006 e il 2007, di abbandonare i Gionta e di allearsi con i loro nemici storici, i Gallo-Cavalieri. Tra degrado e palazzine popolari, sorge la sfarzosa abitazione del boss. La villetta è stata sequestrata un anno fa, nell’ambito dell’operazione anticamorra «Mano Nera», ed affidata all’amministratore giudiziario e in custodia a Raffaele Gallo e Annunziata De Simone, genitori del boss Francesco Gallo.

Quell’abitazione, però, è diventata famosa ormai già da tempo, da quando cioè è stata scelta come set cinematografico da Gennaro Aquino, «location manager» della Cattleya. Lui aveva un «contatto diretto» con Francesco Gallo e, secondo le ricostruzioni degli investigatori, sapeva benissimo che lui era il boss del Penniniello. Ma per avere la sua casa valeva la pena fare un tentativo. È difficile, infatti, trovare altre abitazioni «vere» arredate con così tanto lusso, averle a disposizione e trovare tanta «disponibilità» da parte dei proprietari.
In quella abitazione si sprecano stucchi, decorazioni d’oro, arazzi e dipinti, così come sono presenti diversi tavoli di pregio con sedie intarsiate, nonché marmi, caminetti, porte decorate, lampadari, cristalli e arredo bagno di lusso. Il pezzo forte, però, è il televisore ultrapiatto contornato a mo’ di quadro, con una cornice interamente dorata, e attaccato alla parete di fronte alla postazione scelta dal boss Gallo per mangiare.

Un dettaglio, questo, che compare spesso nella serie Gomorra. Già nella prima puntata, diverse scene vengono girate nella sfarzosa sala da pranzo, dove Pietro Savastano – il boss della tv – mangia e discute con la moglie e il figlio. Intorno ci sono decorazioni, un quadro che ritrae una donna seminuda e, appunto, il tv incorniciato: tutto vero.
Gli ambienti preferiti dagli sceneggiatori sono la sala da pranzo e lo «studio» dove Savastano impartisce ordini. Nella casa reale, questa stanza si trova al secondo livello dell’abitazione di Gallo, dove si accede dopo una rampa di scale tutta adornata da colonnine in marmo. In una intercettazione ambientale messa agli atti dalla Dda, si parla della rata da 6mila euro da dare a «zì Filuccio» (Raffaele Gallo): «Diamogli i soldi, così comprano un nuovo tavolo da biliardo». Nella fiction, il tavolo da biliardo scompare, e al suo posto compaiono una scrivania, il computer su cui fa i conti Savastano, un divano per gli ospiti e, alle spalle della sedia del boss, una vetrina con due cani in ceramica. Nella realtà, scompaiono scrivania e statue, ma per il resto l’ambiente resta così com’è e si presta benissimo come set. Immancabile, anche qui, il televisore incorniciato, presente quasi in tutte le stanze, stavolta montato sopra un finto caminetto vicino al quale si trovano due sedie che la signora Savastano più volte sistema durante la prima puntata.
Poi comincia il lungo corridoio illuminato da due grossi lampadari e che porta alle varie stanze ed al lussuoso bagno, pieno di marmi, rubinetti d’oro e un tv collegato anche all’impianto di videosorveglianza. E ancora la piscina interna (2 metri di larghezza, 4 di lunghezza e 1 di profondità) con idromassaggio e tutti i comfort che possono servire in un luogo di relax. Villa Savastano e casa Gallo sono forse il punto in cui fiction e realtà trovano maggiori analogie.

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