La Madonna della Neve si inchina al “re” delle farmacie Matachione

torre annunziata starita processioneLa tradizionale processione della Maria Santissima della Neve, patrono di Torre Annunziata, finisce nella bufera per un ‘inchino’ dell’effige della Madonna, trasportata dai pescatori torresi.

In questo caso, a differenza delle altre processioni-scandalo che sono rimbalzate agli onori delle cronache per ‘omaggi’ ed ‘inchini’ a boss locali come successo anni addietro a Castellammare di Stabia ma anche in vari comuni della regione Calabria, l’omaggio della Santa effige è stato rivolto verso una delle farmacie di proprietà di Nazario Matachione, il “re” delle farmacie raggiunto negli ultimi giorni da due ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di concussione e corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli.

torre annunziataNonostante il monito di monsignor don Raffaele Russo, che aveva chiesto ai pescatori di non effettuare nessun ‘inchino’, ad un certo punto della processione il quadro della Maria Santissima della Neve è stato girato e rivolto verso la “Farmacia del Corso” forse il più grande negozio del gruppo dell’imprenditore torrese, su corso Umberto I, una delle principali arterie della città oplontina. In quel momento a reggere il quadro insieme ai pescatori anche il sindaco Giosuè Starita.

Imbarazzo da parte dei membri dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giosuè Starita, che si sono dissociati totalmente dal gesto effettuato dai portatori della Santa Effige, precisando che sia il percorso del corteo religioso sia le soste da effettuare sono prerogativa della Curia mentre gli amministratori non sono coinvolti in questo tipo di discorsi.

Da sottolineare che durante l’itinerario la sosta è stata effettuata nei pressi di tutte le chiese del territorio ed anche davanti al commissariato di Ps.

“Ci dissociamo da quest’episodio avvenuto sotto gli occhi di tutti – hanno detto l’assessore Antonio Irlando e l’assessore Francesco Savarese – Il Comune partecipa alla processione con il suo gonfalone e la presenza dei suoi amministrazione per devozione al patrono della città ma non è responsabile nè coinvolto nelle scelte in merito a soste da effettuare nè riguardo il tragitto da percorrere.

Anche se voleva essere un atto di solidarietà va condannato perchè si è trattato di un uso privato della funzione religiosa, momento di culto per tutta la comunità”.

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