“Padre Nostro che sei su Facebook”

radio amenDue comuni mortali su tre sono iscritti alla piattaforma Facebook. La piattaforma sociale accumula iscrizioni con numeri da capogiro. Su Facebook troviamo anche i prossimi nascituri, ecografie, movimenti dei pancioni e, purtroppo, ho visto anche foto di ecografie di cagne.

Chi non ha condiviso, almeno una volta, il pasto, il nuovo taglio di capelli, la nuova conquista?

La potenza della condivisione è impressionante. Con un paio di pigìi si arriva ovunque. E comunque.

Riunioni di lavoro e cene si organizzano su Facebook, incontri e amori nascono su Facebook, la parrocchia del paese ha un account facebookiano. E anche Radio Maria.

La radio cattolica prega sul social, riporta le parole del Papa o di altri religiosi doc. E cosa si risponde a una orazione? Amen, no? Ma la Radio Maria s’è scocciata. Che posti notizie, preghiere, parole del Papa, i seguaci della sua pagina di Facebook, rispondono sempre Amen. La stessa Radio, nei giorni addietro, ha promosso, sempre via social, il “No Amen”.

Che paradosso! La Radio propone una supplica, una preghiera su un social, adeguandosi ai tempi. Ma il fedele, che si è adeguato anch’esso ai tempi del social, non può amen-izzare. Va bene il “mi piace e condivido” ma non l’Amen? Da quando è ammesso il contraddittorio tra la parola di Dio (o di chi  ne fa le veci) e la parola del semplice uomo? Vuoi vede’ che i tempi stanno cambiando e che a breve si aprirà una petizione sulla modifica dei Dieci Comandamenti?

Le generazioni attuali e quelle che verranno sono così plasmate. Siamo quello che condividiamo e che vediamo. Il potere dei media, che siano social o programmi in tv, è smisurato e sfugge al controllo.

Lo stesso programma di intrattenimento di Canale5, “Amici” di Maria De Filippi, ha ripercussioni sugli amanti del genere. Oltre ai nuovi talenti sfornati come rosette e cafoncelli, quest’anno lo show sta potendo contare sulla presenza di ospiti che mai avremmo pensato di vedere su una rete Mediaset. Da J-Ax, ingaggiato dalla Rai in un talent scout, a Tiziano Ferro. Che potere la De Filippi, eh?

Ma stupita assai sono stata quando ho visto Roberto Saviano tra gli “amici” trattare de “Le notti bianche” di Dostoevskij. Che bello, ho pensato. La potenza del messaggio dovrebbe portare, oltre all’impennamento degli ascolti, all’acquisto del libro stesso nei giorni successivi. Chissà se le librerie hanno potuto contare una richiesta del genere del tutto inaspettata.

Dopo le “Cinquanta sfumature in technicolor”, siòri e siòrini, un boom di richieste sulla narrativa russa.

Manca solo la visione del golfista Tiger Woods sul tradimento continuo con approfondimento del saggio “Aut Aut” di Kierkegaard e posso consacrarmi una “Amica” di Maria a distanza.

Ma torniamo coi piedi per terra e con le ruote sull’asfalto. A Milano si è tenuto un convegno per difendersi dalle multe, o meglio, per istruire gli automobilisti a distinguere la punizione dalla perseveranza amministrativa nei confronti degli automobilisti. C’è chi pensa che, nell’intento di far quadrare i bilanci delle pubbliche amministrazioni, le multe siano divenute una tassa occulta che i cittadini pagano loro malgrado, colpiti a tradimento da autovelox nascosti o non ben segnalati; al punto che non si capisce se si è indisciplinati o semplicemente tartassati. Non a caso, al convegno, era presente un cittadino che racconta di aver collezionato, per autovelox nascosti e posti con limiti molto bassi, già 42 multe per un totale di quasi 9 mila euro. L’amministrazione di Londra ha fatto rimuovere circa il 60% degli autovelox perché non risolvono gli incidenti stradali ma aumentano solo le multe. Occorre avvisare subito il sindaco di Milano Pisapia che volle fare di Milano un fac-simile alla londinese, installando ben sette autovelox che hanno multato già 356.000 volte.

Ridiamo e scherziamo, multiamo e paghiamo ma in Giappone sta diffondendosi la hamuketsu, la moda di fotografare i sederi dei criceti. 40.000 copie di cool-book vendute, tutte immortalanti lati B.

Meno male che siamo distanti quindici ore di aereo, abbiamo un certo margine per continuare a zoomare pasti, taglio di capelli e ultime conquiste.

 

Anna Di Nola

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