Fincantieri: scioperi “pilotati” e boicottaggio per l’assunzione di parenti

fincantieri scioperoScioperi e cortei in strada “pilotati” per ottenere quanto richiesto ad alcuni imprenditori dell’indotto Fincantieri del cantiere di Castellammare ovvero le assunzioni di parenti non qualificati nelle ditte.

Così i sei operai, tra dipendenti e sindacalisti Fincantieri, estorcevano le assunzioni ad alcuni imprenditori dell’indotto che avevano ottenuto una commessa nell’ambito della costruzione del “Gauthier”, la nave a metano di ultima generazione varata a Castellammare.

E’ quanto emerge dall’attività investigativa dei poliziotti stabiesi (diretti dal primo dirigente Pasquale De Lorenzo e il vicequestore Daria Alfieri), coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, supportata da intercettazioni telefoniche audio-video oltre che a prove documentali insieme a testimonianze di violenza.

Le prove schiaccianti che le proteste fossero “pilotate”? Agli investigatori del commissariato di corso De Gasperi è bastato verificare le date delle manifestazioni di piazza e i relativi motivi da parte delle maestranze stabiesi.

In molte occasioni il principale motivo di protesta da parte degli operai era il mancato pagamento delle mensilità, un motivo apparente visto che dietro la messa in scena vi era provocare il rallentamento delle attività del cantiere e quindi far rischiare delle pesanti “penali” alle ditte che dovevano rispettare la consegna dei lavori.

Di fatti secondo gli accertamenti delle forze dell’ordine al momento delle proteste gli stipendi alle tute blu che protestavano erano regolarmente pagati, a testimoniarlo i bonifici bancari. Da sottolineare che già a seguito della prima segnalazione di un imprenditore ai vertici di Fincantieri erano scattati sospensioni e licenziamenti dopo una indagine interna. Il “foglio di via” arrivò per Antonio Vollono (sindacalista), Francesco Amoroso (capo officina), e Ferdinando Scarpato.

Moglie e figlia di due indagati assunte da due imprenditori minacciati. Antonio Vollono aveva preteso l’assunzione della moglie e il relativo pagamento della mensilità, mentre il capo officina del cantiere stabiese Francesco Amoroso aveva ottenuto con la forza l’assunzione di sua figlia da un altro imprenditore. Manodopera e personale non qualificato che neanche si presentava a lavoro ma che percepiva regolarmente lo stipendio.

Per quanto riguarda il primo, il sindacalisti Antonio Vollono, ricorreva a scioperi “pilotati” e minacce di morte e di danneggiamenti alla ditta per estorcere l’assunzione della moglie. Invece al capo officina Francesco Amoroso – che dopo aver ottenuto l’assunzione della figlia pretendeva di indicare altri nomi da assumere – bastava mandare indietro la ditta dell’imprenditore taglieggiato nella lista d’attesa degli imbarchi.

Era lui a decidere, e quindi il turno dell’imprenditore veniva sempre posticipato con l’impedimento di concludere il lavoro all’impresa. Infatti dopo le prime resistenze il titolare della ditta è stato costretto anche lui a piegarsi alle richieste del capo officina. Sia Amoroso sia Vollono, questa mattina, insieme ai loro complici Catello Scarpato, Ferdinando Scarpato, Nicola Tramparulo e Catello Schettino sono stati arrestati con l’accusa di estorsione aggravata e continuata.

RafCav

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