Napoli, il Cardinale Sepe a Forcella per “Uniti contro la camorra”

cardinale sepe 1“Uniti contro la camorra”: questo il messaggio del Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe che stasera alle ore 18,00 presenzierà ad un incontro di preghiera a Forcella con i fedeli culminante in una processione penitenziale finalizzata alla richiesta di intercessione della Beata Vergine e di San Gennaro per la conversione dei camorristi, di coloro che barbaramente uccidono senza rispetto alcuno per la vita umana gettando le persone oneste nel terrore.

Va sottolineato come il Cardinale Sepe si sia sempre battuto in difesa della legalità e in particolar modo espresso contro la camorra, intesa come cancro sociale e modello di vita in piena antitesi con il messaggio di Cristo.

Non sono mancate però le polemiche tra i napoletani forse stanchi di marce e sermoni che poi poco o nulla producono di buono per la comunità. “La chiesa farebbe meglio a sostituire – ha dichiarato un gruppo di cittadini – numerosi parroci che più che sacerdoti sembrano businessmen, sempre impegnati a fare soldi e a mercanteggiare persino sui sacramenti. Vuoi sposarti in una chiesa non di appartenenza? Devi pagare, così come per tutta una serie di servizi che dovrebbero essere rivolti ai fedeli con ben altro spirito. Eppure nessuno poi sembra essere a conoscenza di determinate procedure. Non vogliamo affatto generalizzare ne togliere merito ai sacerdoti che quotidianamente fanno onore alla propria missione, ci mancherebbe. Ma c’è veramente tanto da ripulire , ma tanto: ci auguriamo che alla viva attenzione del Cardinale Sepe determinate realtà non sfuggano in modo da iniziare un’epurazione interna che forse sarebbe proprio il caso di porre in essere”.

Per dovere di cronaca chi scrive deve sottolineare come la percentuale dei critici nei confronti dell’operato della chiesa a Napoli tra gli intervistati sia di gran lunga superiore a quelli soddisfatti dal ruolo svolto dalla stessa istituzione religiosa sul territorio (interviste effettuate in contesti e quartieri diversi). La gente in sintesi dice che la camorra si sconfigge con il lavoro, con la scolarizzazione e l’adeguata aggregazione sociale non con le chiacchiere.

Francamente non ci sentiamo di dissentire completamente da una critica che poggia su fondamenta concrete: a patto però che come diceva il protagonista dell’intervista precedente non si generalizzi ne si punti il dito contro chi crede nella propria vocazione e si adopera per diffondere il vangelo di Cristo con coraggio e abnegazione. In sintesi: ben vengano le omelie se però sono seguite da interventi concreti ed esempi di comportamento emulabili sotto il profilo sia etico che civile.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.