Castellammare, a luglio riaprono le Antiche Terme. I lavoratori: “Tutto possibile grazie a noi”

antiche_termeDurante il primo giorno da sindaco di Castellammare, Antonio Pannullo si è recato immediatamente nel complesso delle Antiche Terme dove da un po’ di tempo si sta lavorando per ridare alla città almeno il parco idropinico che dovrebbe essere completato a fine luglio.

Data quasi per certa la riapertura della struttura di via Brin, i lavoratori, tramite un comunicato, cercano di fare chiarezza sulla situazione: “E’ opportuno ribadire che se le Antiche Terme sono oggi potenzialmente fruibili, la cosa è fattibile grazie all’occupazione pacifica durata circa 50 giorni (per 24 ore) da parte dei lavoratori termali, cui bisogna aggiungere la partecipazione fattiva di tanti cittadini stabiesi, commercianti, aziende, che all’epoca diedero un grande contributo alla causa.

Entrando nel merito della questione, ci preme ribadire che il Parco Termale, le strutture annesse, hanno delle loro peculiarità, ossia la presenza delle sorgenti termali, vero patrimonio della città e quindi necessita preservare, curare, monitorare, sviluppare in senso terapeutico, salutistico, turistico, questi luoghi, evitando che gli stessi diventino una valvola di sfogo causa chiusura della Villa Comunale per le note problematiche”.

Non basta però riaprire le terme per risolvere tutti i problemi e in particolar modo quello del vandalismo. Basta prendere in considerazione la struttura delle Nuove Terme che è completamente distrutta a causa di atti vandalici opera soprattutto delle nuove generazioni. A tal proposito i lavoratori sono chiari: “Sarebbe auspicabile che i più giovani conoscano i tesori della città attraverso percorsi mirati, diventino custodi e preservino un patrimonio sorgentizio che, non ci stancheremo mai di affermare unico al mondo.

Un ritorno alla cultura del termalismo, che i nostri avi hanno saggiamente e sapientemente utilizzato per lo sviluppo economico cittadino già negli anni cinquanta, ma successivamente per errate scelte, è stato sostituito dalla tanto decantata vocazione industriale, che ha snaturato la vocazione naturale della nostra Stabia”.

“Consigliamo – concludono i termali – di evitare di prendere scelte improvvide, circa l’utilizzo della struttura termale, fino a quando non ci saranno sviluppi definitivi sulla gestione del complesso termale, che ci auguriamo ci siano nel breve. I lavoratori, chiedono che le Terme siano aperte alla città, ma che la città diventi realmente luogo di culto del termalismo come tante note località termali. Saremo come sempre vigili sulla vicenda, valutando scelte e posizioni, circa il futuro della città e delle nostre Terme”.

Gennaro Esposito

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