Afragola, pizzo al cantiere edile: due arrestati del gruppo dei Nobile

Gli arrestati sono il 40enne Carmine Bello e il 22enne Santo Tessitore. Lasciavano intendere che si poteva lavorare tranquilli solo se si era "a posto con i compagni"

afragola estorsioniI carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa per estorsione aggravata da finalità mafiose dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli. Arrestati due personaggi ritenuti elementi di spicco dei “Nobile”, un gruppo satellite del clan di camorra Moccia operante ad Afragola e nei Comuni limitrofi.

Gli arrestati sono il 40enne Carmine Bello e il 22enne Santo Tessitore. Lasciando intendere che si poteva lavorare tranquilli solo se si era “a posto con i compagni di Afragola” avevano imposto il pagamento del pizzo al titolare di una impresa edile con cantieri nella cittadina a nord di Napoli, estorcendogli centinaia di euro nel 2013 e nel 2014.

Gli arresti rientrano in una cornice investigativa più ampia, in cui è stato fondamentale il coraggio delle vittime di rivolgersi agli investigatori. In questo contesto operativo si inseriscono infatti altri fermi e arresti per estorsione a imprenditori eseguiti a carico di elementi del gruppo camorristico dei Nobile. (Il testo continua dopo il video)

Ad Afragola scacco al gruppo dei Nobile

Il 26 ottobre venne sottoposto a fermo per estorsione aggravata il capo del gruppo, Antonio Nobile, che aveva minacciato i responsabili di una ditta edile per piegarla al pagamento del pizzo. Pochi giorni dopo, il 29 ottobre, venne raggiunto da un’ordinanza proprio Santo Tessitore per estorsione ai danni di un imprenditore di Afragola al quale per mesi impose il pagamento di 500 euro a cadenza mensile, “consumazioni” gratis e contanti da giocare ai videopocker installati nel suo esercizio.

Il 7 marzo 2017 furono invece arrestati Raffaele Nobile (figlio di Antonio) e Michele Leodato, raggiunti da un’ordinanza per minaccia aggravata poiché avevano intimidito una delle vittime delle estorsioni per costringerla a rendere false dichiarazioni al pubblico ministero.

La concreta testimonianza di come le istituzioni reagiscano energicamente contro l’odioso fenomeno del racket e delle estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti di Napoli e provincia. Una bella vittoria della legalità ottenuta grazie al coraggio di chi, fidando nelle forze dell’ordine e nella magistratura, ha trovato il coraggio di denunciare i propri aguzzini sgretolando il muro d’omertà che per troppo tempo ha protetto criminali senza scrupoli.

Alfonso Maria Liguori

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