Torre Annunziata, Valentino Gionta e l’esercito di insospettabili: faccendieri e trans al soldo del clan

Una cosca che non ha snobbato nessuno quello dei valentini, capace di coinvolgere anche nelle varie attività delinquenziali personaggi atipici del sistema

torre annunziata valentino giontaValentino Gionta e le sottili astuzie di un padrino della Nuova Famiglia: secondo alcune indiscrezioni tra gli insospettabili corrieri, faccendieri, prestanome e custodi di armi e droga anche transessuali torresi. Una strategia che avrebbe ulteriormente avvicinato il ras di Torre Annunziata alle fasce più deboli della comunità elevandone la figura di benefattore.



Alcuni giovani transessuali torresi, dopo aver “esercitato” in località del nord per anni il mestiere più antico del mondo, sarebbero ritornati a Torre investendo quanto guadagnato dalla vendita del proprio corpo in appartamenti, bar e garage. Altri invece avrebbero preferito puntare sull’usura avvicinandosi al sistema: cifre da capogiro che avrebbero consentito ad alcuni trans di accumulare vere e proprie fortune tra beni immobili e mobili sparsi su tutto il territorio nazionale.

Premiare gli ultimi perché rappresentano uno spaccato di quella “strada” della quale chi vive di un certo pane si sente figlio: questa l’intuizione di Valentino Gionta che è sempre riuscito ad avere dalla sua parte i diseredati, diventando un riferimento sicuro per quanti cresciuti nei vicoli di Torre si trovavano in difficoltà economiche o avevano bisogno di protezione per problemi nelle piccole attività commerciali da loro gestite con clan rivali.



Un boss del popolo Valentino Gionta, un personaggio eclettico della camorra che ha saputo associare l’elemento violento alla componente umana giustificando l’efferata ferocia del modus operandi del clan con la necessità di difendersi da chi credeva di poter imporre la propria leadership criminale da forestiero su Torre Annunziata.

Il senso di appartenenza: questo il segreto della popolarità di Valentino Gionta che nonostante si trovi rinchiuso in un carcere di massima sicurezza con un fascicolo che recita “fine pena mai” continua ad essere un mito per una certa parte dei giovani torresi.




La realtà criminale del clan di Valentino Gionta

Un clan che non ha snobbato nessuno quello dei valentini, capace di coinvolgere anche nelle varie attività delinquenziali personaggi atipici del sistema, ovvero transessuali che forse in altre realtà criminali sarebbero stati scherniti e reputati non idonei alla “camorra”.

Al contrario Valentino Gionta, favorito dall’ignoranza che ancora regna in certe realtà e dal lassismo delle istituzioni poco incisive per decenni sul territorio, ha conquistato il cuore di una buona parte dei malavitosi torresi facendoli sentire parte integrante di una città, Torre Annunziata, nella quale nessuno avrebbe dovuto osare metter il piede (sotto il profilo malavitoso).

Affiliati pronti a dare la vita per il “re” del crimine di Torre Annunziata per respingere gli assalti della Nco di Raffaele Cutolo e le offensive di boss del calibro di Carmine Alfieri, Mario Fabbrocino e Pasquale Galasso.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.