Omicidi di camorra a Napoli, una guerra combattuta su due fronti

Si parlerebbe già di blitz imminenti da parte delle forze dell’ordine con particolare riferimento proprio alla zona di Secondigliano e Miano

stesa camorra Guerra di camorra a Napoli con 6 omicidi in 2 giorni: in città la malavita combatterebbe su 2 fronti.

Uno vedrebbe come scenario l’aria compresa tra Scampia, Secondigliano, Capodimonte, Melito, Miano con la Cupola di Secondigliano in piena offensiva nei confronti di quel che rimane del clan Lo Russo (alias i Capitoni di Miano) annientato dal pentimento dei ras (tra cui quello di Carlo Lo Russo) e da rilevanti sequestri di beni immobili e mobili.




Un attacco mirato non solo ad eliminare possibili tentativi di riorganizzazione da parte di ex fedelissimi dei Capitoni ma anche, secondo alcune indiscrezioni provenienti da radio mala, a dissuadere i Lo Russo dal fornire ai giudici circostanze compromettenti per i pezzi da 90 di Secondigliano.

Si parlerebbe di una sorta di pseudo avvertimento lanciato in particolar modo a Carlo Lo Russo perché rifletta sulle dichiarazioni da rilasciare agli inquirenti: qualcuno nella mala che conta temerebbe che proprio l’ex boss Carlo, determinato a rompere definitivamente i ponti con il crimine organizzato, possa svelare nomi e responsabilità di esponenti di spicco della Cupola di Secondigliano coinvolti in omicidi eccellenti avvenuti negli ultimi anni sul territorio.

La prospettiva di prendere diversi ergastoli avrebbe esasperato una parte del sistema che avrebbe ben compreso di avere le ore contate: si parlerebbe già di blitz imminenti da parte delle forze dell’ordine con particolare riferimento proprio alla zona di Secondigliano e Miano.

Camorra, l’altro fronte: Mazzarella e baby gang

L’altro fronte riguarderebbe l’avanzata subdola dei Mazzarella dalla zona orientale verso il centro della città: fidando su alleanze con baby gang attive proprio nel perimetro storico di Napoli i Mazzarella tenterebbero di imporre la propria leadership criminale in quello che una volta era il regno dei Giuliano (imparentati con i Mazzarella perché la figlia di Luigi, alias ‘o re e collaboratore di giustizia da anni aveva sposato il figlio di Vincenzo Mazzarella) per monopolizzare l’attività estorsiva e le redditizie piazze di spaccio.

Una situazione talmente caotica da complicare enormemente il lavoro degli 007 delle forze di polizia. La tensione è altissima: molti i pregiudicati nei rispettivi schieramenti a temere per la propria vita, ansia che potrebbe alla lunga indurre qualche capo zona a pentirsi scatenando un altro terremoto nel sistema partenopeo.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.