Napoli, camorra: gli eredi dei Giuliano di nuovo alla conquista di Forcella

Un’ipotesi investigativa che spiegherebbe la crescente tensione nei vicoli tra le fila dei Mazzarella, potente sodalizio criminale di San Giovanni a Teduccio con ramificazioni in centro, e i nuovi Giuliano

luigi giuliano camorra forcella napoli lovigino giulianoGli eredi dei Giuliano di Forcella, il potente clan che per decenni ha criminalmente regnato nel cuore storico di Napoli con roccaforte a Forcella, sarebbero determinati a rimpossessarsi di quello che una volta era il regno del boss Luigi Giuliano, alias “o’re”.




Un’ipotesi investigativa che spiegherebbe la crescente tensione nei vicoli tra le fila dei Mazzarella, potente sodalizio criminale di San Giovanni a Teduccio con ramificazioni in centro, e i nuovi Giuliano. Radio mala parlerebbe di alleanze sottobanco tra i parenti di “o ‘re“ e baby gang dal modus operandi particolarmente violento sempre originarie del centro storico.

Una sorta di asse d’acciaio finalizzato a ricacciare dai vicoli del cuore di Napoli i Mazzarella: tra i Giuliano e i Mazzarella esisteva un rapporto di parentela dettato dal matrimonio tra la figlia di Luigi Giuliano e il figlio del ras Vincenzo Mazzarella. Un connubio infelice culminato con un conflitto aperto tra le 2 famiglie scatenato dal pentimento di “o’ re”.




Un’onta difficile da perdonare, un affronto subito da quello che si credeva essere il numero uno della mala partenopea. “Si stava meglio quando a comandare era Lovigino Giuliano”: queste le dichiarazioni raccolte a Forcella da numerosi residenti di mezz’età che palesemente hanno fatto capire di rimpiangere gli anni in cui lo storico quartiere partenopeo era roccaforte del clan Giuliano. Luigi, Salvatore, Nunzio, Guglielmo, Raffaele, Carmine ed Erminia Giuliano (Celeste): questo il gotha del clan che per decenni ha governato gli affari illeciti su buona parte di Napoli e con grandi influenze in provincia.

Negli stessi vicoli dove una volta Luigi Giuliano e i fratelli da ragazzini giocavano a dividersi Napoli con un coetaneo della Sanità, Giuseppe Misso, (come poi avvenne in realtà) oggi orde di sbandati cercherebbero di ricalcare le orme di quelli che per loro restano miti pagando lo stesso abbandono sociale da parte delle istituzioni. “Non hanno gli attributi:– ci ha detto con ironia un’anziana residente a Forcella – quando c’era Luigi Giuliano a Napoli nemmeno il vento soffiava senza il suo permesso. Questi non sono nemmeno l’ombra di quella gente”.

Oggi i nuovi Giuliano potrebbero tentare il colpaccio scatenando una nuova guerra di camorra per il controllo degli affari illeciti sul territorio: un modo forse di confutare quanto asserito dalla grintosa anziana da noi intervistata.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.