Castellammare. Obiettivo: ricostruire il centrosinistra

La vittoria di Bobbio è netta, piena e robusta. Così come la sconfitta del centro sinistra è netta, piena e robusta.Sminuire il significato e le conseguenze politiche del voto amministrativo del 28 e 29 marzo scorsi sarebbe l’ultimo dei molti errori che la sinistra ha commesso dal 1992 ad oggi.La destra vince, a Castellammare di Stabia come nel resto della Regione e del Paese, perché riesce a convogliare attorno a sé un blocco sociale per niente omogeneo, ma esteso e consistente; perché punta sull’egoismo individuale come modello di comportamento.Dopo circa 20 anni la Stalingrado del Sud viene espugnata da una destra che intende cominciare un’era. Una vittoria politica, dunque, maturata nel tempo. Non contrastata, ma favorita in questi anni da un centro sinistra di governo che, a parte rare eccezioni, ai più è apparso mediocre e litigioso.In città si dice che il neo sindaco, appena insediatosi a Palazzo Farnese, avrà non poche difficoltà a tenere le redini di una coalizione composta da ben 14 liste (due erano state escluse dalla competizione elettorale). Non bisogna illudersi: Luigi Bobbio e la sua maggioranza hanno cultura istituzionale, hanno i numeri per poter governare Castellammare e probabilmente lo faranno senza quell’ostinato ricorso alla polemica ed allo scontro interno che ha animato diversi anni di amministrazione del centro sinistra in città.Difficilmente ci sarà uno scollamento precoce del suo sistema di alleanze politiche che ha saputo costruire mentre la sinistra frantumava il proprio. Ma ora, dopo questo big bang elettorale, la coalizione che supportava Salvatore Vozza deve necessariamente rimboccarsi le maniche e ricucire un rapporto con gli stabiesi.I numeri lo dicono chiaramente: il centro sinistra esce da questa tornata elettorale con le ossa rotte. Il Partito Democratico, dopo essere stato nell’occhio del ciclone per le note vicende legate al tesseramento di camorristi e per questo motivo aver subito un commissariamento, raggranella un 12%. Sinistra Ecologia e Libertà va bene, ma si ferma (nonostante il candidato sindaco) all’8,6%. L’IdV raggiunge il 6% e Rifondazione Comunista, non raggiungendo il 3%, non entra nemmeno in consiglio comunale. Fuori da Palazzo Farnese anche il sole che ride, mentre Nicola Corrado con la sua civica e con il suo 5% si salva.Troppo poco, insomma. Troppo netta questa sconfitta per non pensare di ricostruire dalle fondamenta un progetto politico, innovando la classe dirigente. Ma c’è una richiesta che non si può ignorare: ci sono migliaia di stabiesi che hanno chiesto a Vozza ed a tutte le forze del centro sinistra di fare un’agguerrita opposizione a questa destra.Un’opposizione che deve darsi un codice comportamentale prima ancora che politico programmatico. Si deve risalire la china, in città e nel Paese. Ma non si potrà cambiare, non si potrà voltare pagina se la sinistra non rimetterà seriamente in discussione il suo stile politico, le sue idee; se gli artefici della sconfitta (compresi quelli che hanno lavorato nell’ombra) resteranno al loro posto.

Pasquale Cesarano

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