«Tutto il nostro operato da quando siamo alla guida del paese è stato fin troppo trasparente. Quelli che parlano di cavilli per favorire qualcuno sono solo in malafede. I loro cavilli sono la nostra trasparenza».
A parlare è il sindaco Salvatore Ricci ritrovatosi coinvolto nella faccenda Saba sulla quale sta indagando la Procura di Nola.
Il riferimento è chiaramente rivolto a quanto uscito sulla stampa. I magistrati sospetterebbero che: “il sindaco e i tre funzionari comunali abbiano affidato l’appalto alla Saba senza indire, volutamente, un bando di gara a evidenza pubblica: il frutto di un’azione preordinata, zeppa di cavilli ben orchestrati ma ingiustificati”. Il primo cittadino si difende sottolineando la trasparenza del suo operato in un periodo, quello a cui si riferisce l’inchiesta nolana, di piena emergenza rifiuti. Il comune di Volla, in quella fase critica, fu uno dei primi a risolvere con successo il problema e ad avere le strade pulite dai cumuli di rifiuti.
«Come amministrazione ha continuato Ricci avevo diversi ordini di problemi: dovevo togliere i rifiuti dalle strade, stavo in emergenza, dovevo evitare di incappare in eventuali azioni di risarcimento danno, stare attento ad eventuali ditte sprovviste di certificazioni. Tutto questo, evaso in massima trasparenza, oggi ci fa trovare in una incresciosa situazione, ma la nostra piena fiducia nella Magistratura è ferma».
Ricci ha poi sottolineato che si dimentica un passaggio fondamentale quando si paventa il comportamento illecito dell’ammini-strazione vollese. «Si parla sempre di una delibera di gennaio/febbraio 2008. Bisogna considerare che siamo stati eletti alla guida di Volla nel giugno 2007 e non avevamo ancora fatto il bilancio non essendo nelle nostre competenze e stavamo operando in dodicesimi. L’8 gennaio esce l’OPCM del governo Prodi che diceva che entro sessanta giorni i comuni si dovevano attivate per la raccolta differenziata che sarebbe partita nei successivi trenta giorni. In novanta giorni non avremmo mai potuto indire una gara europea con tutti i tempi e le procedure dovute. Avevo la spada di Damocle sulla testa in piena emergenza rifiuti. Ci accusano di non aver indetto una gara ad evidenza pubblica, ma la legge ci consentiva di invitare tre ditte. Noi ne invitammo ben sette. Vinse la Saba. Cos’altro avremmo dovuto fare per essere più trasparenti?»
Ora però il procuratore aggiunto di Nola Maria Antonietta Troncone sta indagando su un eventuale abuso d’ufficio commesso in concorso dal sindaco di Volla Salvatore Ricci, dal segretario generale del Comune Vittorio Ferrante, dal dirigente del settore ecologia Oscar Gatta e dal responsabile del procedimento Mario Staffelli.
«A oggi ha chiarito Ricci – abbiamo ricevuto un invito a recarci a Nola, presso il magistrato che sta seguendo tutta l’indagine per chiarire alcune situazioni».
In effetti, quanto paventato riguardo un interesse a favorire la ditta Saba è smentito dal comportamento dell’amministrazione vollese che, inoltre, in questa seconda fase, fino all’apertura della questione giudiziaria, non aveva ancora firmato il contratto, nonostante la ditta in questione si fosse aggiudicata una gara per svariati milioni di euro. Il motivo? La stessa Saba non aveva ancora regolarizzato la sua posizione con la presentazione dell’antimafia.
«Non abbiamo mai favorito la Saba: senza antimafia niente contratto. Io personalmente sono andato dieci volte a sollecitare la Prefettura in tal senso.
Tengo inoltre a precisare che il giorno dopo l’ultima aggiudicazione di gara vinta dalla Saba, ho fatto partire una richiesta alla Prefettura di certificato antimafia e ho mandato gli atti dell’esito di verbale di gara ai Carabinieri di Torre del Greco, anticipando la loro venuta per ritirare i suddetti documenti.
La ditta Saba, colpita da interdittiva antimafia, dovrebbe essere sospesa, ma essendo affidataria di un servizio essenziale che non può essere interrotto o sospeso, dovrà per il momento continuare ad operare fino ad una definitiva evoluzione della faccenda».
Per il primo cittadino di Volla in tutta la questione si arriva ad un assurdo in cui l’anello debole resta sempre il comune. Qualora l’Ente interrompe il servizio con la ditta che ha avuto l’interdizione e riesce ad individuare un’altra ditta che svolga il servizio effettuando il passaggio di cantiere, se la prima ditta fa ricorso al Tar, vedendoselo approvare, cosa già accaduta proprio alla Saba, può richiedere un indennizzo capace di minare seriamente le casse del comune in questione. Poi dovendo revocare il servizio a chi era subentrato dovrà pagare i danni anche alla seconda ditta. «Inoltre ha aggiunto Ricci non stiamo parlando di un servizio che può essere interrotto e che può portare ad una querelle giudiziaria che si trascina per un decennio. Non appena si interrompono i pagamenti alla ditta, la stessa blocca gli stipendi agli operai ed immediatamente il servizio si ferma e ritornano i rifiuti per le strade con il rischio che qualcuno, poi, denunci l’amministrazione proprio a causa dell’immondizia. Intanto mercoledì mattina è giunta una diffida da parte della Saba a non rescindere il contratto perché la stessa, il 28 aprile, ha un’altra udienza in tribunale.
Come diciamo dalle nostre parti “stamme ‘mmieze all’asine e ‘mmieze ‘e suone”».
Gennaro Cirillo