Da anni l’Archeoclub ad Ottaviano promuove periodicamente conferenze ed iniziative su eventi, opere o monumenti trovando consenso e seguito in quanti sono attratti dal genio creativo di quanti hanno fatto la storia dell’arte, ma di sicuro la manifestazione promossa pochi giorni or sono al Circolo Diaz è stata affascinante e coinvolgente per la leggerezza e la maestria con cui sono state affrontate le tematiche. L’evento: “I colori del tempo”–Un percorso nei colori di alcuni capolavori, ha avuto tre relatori: la Presidente dell’associazione, prof. L. Borriello , l’arch.A.Sannino e l’arch. G.Napolitano che hanno catturato l’attenzione dei presenti con un’analisi di opere risalenti alle antiche civiltà mesopotamiche; “la Primavera “del Botticelli e “La decollazione della testa di G.Battista “del Caravaggio. Con dei brevi flash, la prof. Borriello ha illustrato ai presenti la modalità di lettura dello stendardo di Ur, un reperto archeologico sumero di 2500 anni fa raffigurante una scena di pace e una di guerra , la magnifica ricostruzione della porta di Ishtar ed i giardini pensili di Babilonia. Soffermandosi sui materiali e sulle scelte cromatiche utilizzate, ella ha ipnotizzato i giovani soci intervenuti e meravigliato quanti, incuriositi dall’argomento, hanno affollato il salone del sodalizio. L’arch.Sannino si è soffermata sulla Primavera del Botticelli. Interessante è stata la spiegazione delle figure mitologiche contenute nel dipinto, la collocazione particolare della figura centrale, i particolari floreali contenuti, le motivazioni connesse alle tinte usate e lo stile degli abiti dei personaggi. Il tutto è stato condito con curiosità ed aneddoti relativi allo stile dei de’ Medici. Altrettanto pregevole è stata la relazione dell’arch.Napolitano. Nella tela esaminata Caravaggio ritrae San Giovanni negli ultimi spasmi di vita, con le mani legate dietro le spalle, l’abituale veste di montone e lo circonda con vari personaggi.Sono il carceriere imperterrito, il boia che s’appresta a vibrare il colpo finale, una giovane con un bacile a e una vecchia con le mani al volto per l’orrore.Sulla destra due carcerati assistono da una grata al martirio.L’architetto Napolitano ha sottolineato come in questo quadro il rapporto figure-spazio è rovesciato tanto da creare ampie zone di vuoto. I contrasti di luce sono ridotti e la scena è immersa nella penombra. Al centro della composizione spicca il corto pugnale, detto “misericordia“, col quale il boia s’appresta a spiccare la testa dal busto.
La serata si è conclusa con una simpatica performance di tre giovani talenti; alla chitarra si sono esibiti: Alessandro e Gennaro Bifulco mentre Errico Cutolo ha dato un saggio delle sue notevoli potenzialità vocali.
Anna Saviano