Fincantieri: rischio chiusura a Castellammare?

La crisi economica ha colpito Fincantieri “in un momento di crescita”, quando aveva “un portafoglio ordini da 12 miliardi di euro” e nonostante fra il 2007 e il 2009 “c’é stato un calo del 57% degli ordini a livello mondiale”, “il mio impegno è mantenere l’attuale assetto produttivo”, cioé gli otto cantieri in Italia “anche se non è economicamente vantaggioso”. Lo ha assicurato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, durante un’audizione nella Commissione industria del Senato. “Finché sarò in Fincantieri – ha aggiunto – il mio impegno é che se avremo nuove commesse il lavoro sarà ripartito in tutti i cantieri equamente”. Bono ha però avvertito che se nei cantieri di Sestri e Palermo “non si farà il ribaltamento a mare” e quello di Castellamare “non avrà il bacino” per l’accesso a mare “sono destinati a chiudere, ma non sarò io a farlo”. “Questa crisi lascerà molti cadaveri sul terreno” ha proseguito rilevando che “tutti i governi in Europa sono intervenuti per sostenere le aziende del settore perché i cantieri sono un volano per l’economia. Anche il nostro governo – ha affermato Bono – ha avviato un tavolo sulla cantieristica al ministero dello Sviluppo economico impegnandosi per commesse pubbliche che erano nell’aria”. “Il nostro bilancio è solido – ha detto Bono in audizione – nel 2009 abbiamo avuto 3 miliardi di euro rispetto ai 2,5 del 2006, crediamo di assorbire la crisi e siamo pronti per essere protagonisti al momento della ripresa dei mercati. Abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione che sarà minore nel 2010 e pensiamo di riassorbirla nel 2011 per ripartire, perché pensiamo che la domanda possa ricrescere”. Quello del turismo crocieristico è un settore che va bene visto che “c’é stato un +4-4,5% nel 2009 ed è previsto un +6-6,5% quest’anno”. Ma “le società armatrici hanno abbassato i prezzi e quindi hanno meno margini e meno denaro per nuovi ordini. Stiamo tremando perché entro il 3 maggio dobbiamo consegnare una nave ad un gruppo francese che però non ha soldi per pagare”. Nel ricordare che Fincantieri nel 2009 ha “ricevuto ordini dal 100% del mercato”, l’a.d. del gruppo cantieristico ha detto di sperare di poter firmare nei prossimi giorni il contratto per due navi prototipo”. Bono ha aggiunto che “c’é una legge che assegna fondi alle Capitanerie di porto, con cui stiamo discutendo del contratto” per due pattugliatori, “e poi ci sono anticipi per una nave multiruolo per la Marina militare” che può essere impiegata anche dalla Protezione civile. A margine dell’audizione, Bono ha anche detto di essere “fiducioso” sulla gara negli Usa per 55 navi Littoral combat ship (Lcs) per la Marina per cui concorre con la statunitense Lockheed Martin di cui due saranno assegnate quest’anno e altre otto entro il 2014. Infine, prospettive di business possono esserci in Brasile “dove c’é un maggiore tasso di sviluppo. Stiamo discutendo sia per navi militari sia per piattaforme per la ricerca petrolifera”.

Al termine dell’audizione dell’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, in Commissione Industria a Palazzo Madama, nell’ambito di una indagine conoscitiva sulla condizione di competitività delle imprese industriali italiane, la senatrice del Pd Teresa Armato ha dichiarato: “oggi l’amministratore delegato di Fincantieri ci ha rassicurato in merito al mantenimento dei siti produttivi, tra cui il sito di Castellammare di Stabia che – ha sottolineato la parlamentare – è una realtà produttiva di riconosciuta importanza nazionale”. Armato fa presente che “i senatori del Partito democratico della Commissione industria hanno chiesto ripetutamente al Governo di assicurare una copertura economica degli ammortizzatori sociali con l’adozione di provvedimenti volti ad aumentare le settimane di cassa integrazione ordinaria” nonché “di valutare l’opportunità di investire della questione tutti i ministeri coinvolti nella risoluzione di questa crisi. Ma – precisa – abbiamo avuto solo deboli risposte”. “Riteniamo, invece, significative le assicurazioni di Bono, anche in ordine alle commesse: in particolare, ci ha informato che un pezzo di scafo del traghetto Oceania, in costruzione a Genova, sarà realizzato proprio a Castellammare”. “E’ solo l’inizio ma si tratta di un’azione certamente utile per il rilancio dei cantieri stabiesi”. Armato infatti rimarca che “ogni nuova commessa rappresenta una linfa vitale per l’azienda. Ovviamente resta sempre aperta la questione del bacino di carenaggio e di altre eventuali commesse per il sito di Castellammare, così come promesso dal governo”. “Il Pd – conclude la parlamentare campana – vigilerà affinché l’esecutivo rispetti gli impegni presi e manterrà il proprio impegno, in tutte le sedi competenti, per garantire il futuro dello stabilimento stabiese”.

“Sulla vicenda Fincantieri si sta abbandonando il terreno sicuro della cronaca per scendere su quello dannoso dell’inutile allarmismo sociale”. Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio. “Il senso dell’audizione di ieri dell’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, è stato completamente stravolto nei titoli dei quotidiani per inseguire un sensazionalismo che non fa altro che aumentare degli inutili allarmismi”, ha aggiunto il sindaco. “La situazione del cantiere di Castellammare è ben nota: sappiamo tutti, e ringraziamo Bono per avercelo ricordato, che è assolutamente necessario il bacino di carenaggio. Ma, su questa problematica, siamo già al lavoro, con grande impegno e intensità. Proprio nelle prossime ore, al ministero dello Sviluppo economico arriveranno le osservazioni del ministero delle Infrastrutture, da me sollecitate, che rappresentano l’ultimo tassello per la definizione del protocollo d’intesa per il nuovo bacino di carenaggio che sarà firmato entro la fine di questo mese, al massimo nei primissimi giorni di quello entrante”. Bobbio ha inoltre sottolineato un altro aspetto dell’audizione di Giuseppe Bono che non è stato adeguatamente messo in luce nelle cronache di oggi: “I cantieri di Castellammare, come quelli di Palermo e Monfalcone, rischiano la chiusura soltanto se non si portano a compimento le opere di ammodernamento. Un provvedimento estremo – e questo Bono l’ha spiegato con grande chiarezza – che non avverrà sotto la sua gestione. Finché Bono sarà amministratore delegato della società, i siti non chiuderanno. Anzi, l’ad ha aggiunto che si impegnerà nella ridistribuzione dei carichi di lavoro e delle commesse tra i vari cantieri del gruppo”. “Invito tutti a un maggiore senso di responsabilità”, ha concluso il primo cittadino, “per non creare un inutile e pericoloso allarme. È giusto il diritto di cronaca, non certo quello di soffiare sul fuoco per creare situazioni di instabilità sociale che non hanno alcun riscontro nella realtà”.

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