Torre del Greco. Manifestazione contro gli abbattimenti delle “prime case”

Torre del Greco. Abitazioni abusive. “Prime case” che secondo la Magistratura dovrebbero essere abbattute. Edifici costruiti più di trent’anni fa di cui solo ora gli organi competenti sembrano ricordarsene. E solo in caso “punitivo” ovvero per abbattere quelle che ormai sono le case di molti cittadini, senza le quali, rimarrebbero in mezzo ad una strada.  Non per prevenire, quando le abitazioni furono costruite o dare un’alternativa. E’ questo il concetto che ieri mattina circa duecento manifestanti hanno gridato a squarciagola per le strade della città, durante un corteo che è partito da Palazzo La Salle ed è giunto a Palazzo Baronale. Scopo della protesta è stato di bloccare la demolizione delle case di necessità, in attesa di una nuova normativa, dopo le rassicurazioni ricevute in merito dal Presidente del Consiglio e dal ministro Carfagna. La Procura ha disposto circa 450 abbattimenti, alcuni già effettuati ed altri di prossima esecuzione, mentre i suddetti esponenti politici insieme con il neogovernatore Caldoro si erano impegnati per un Decreto Legge immediato, a cui sarebbe seguito la discussione di un Disegno Legge. Le case “di necessità”, secondo i manifestanti , sono state costruite sì abusivamente, ma per mancanza di strumenti urbanistici adeguati, appunto spesso per “necessità” di nuclei familiari, che altrimenti avevano scarse possibilità di avere un tetto sulla testa. La questione appare alquanto complicata perché nella città del corallo, oltre all’abbattimento della prima casa che dovrebbe essere effettuato questa mattina, salvo un ultimo contrordine, sono state firmate ordinanza per ben 1500 demolizioni di manufatti abusivi. “Il 40 % degli immobili – si legge nella nota distribuita dai manifestanti – è privo di licenza edilizia a causa dell’inerzia delle amministrazioni”. E a nulla è valsa la sanatoria grazie alla quale i cittadini torresi hanno versato le oblazioni del condono edilizio del 1993 e del 2003 con la speranza di sanare l’abuso. sanatoria resa vana dalla decisione della Regione Campania che con una legge, ha stabilito, che la Campania è zona rossa: i cittadini quindi non potranno beneficiare del relativo condono e i loro immobili sono quindi a rischio abbattimento. Ieri mattina i manifestanti sono stati ricevuti anche dal vicesindaco Antonio Spierto, il quale ha sottolineato, come ha già fatto nei giorni scorsi il sindaco Borriello, la piena vicinanza ai propri concittadini, spiegando che l’amministrazione sta facendo tutto il possibile, tra cui richiedere anche l’intervento del Premier Berlusconi. Intanto questa mattina, salvo ultimi cambiamenti, le ruspe abbatteranno la prima costruzione abusiva nella zona di Cappella Bianchini, anche se i manifestanti hanno annunciato che non intendono permettere a nessuno di toccare le proprie case, seppure abusive.

Veronica Mosca

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