Portici, Rifondazione Comunista attacca il progetto del nuovo porto

“Avevamo l’idea e la speranza che i cittadini di Portici potessero riappropriarsi del mare che lambisce il suo profilo, beneficiare di una passeggiata sul lungomare e che i suoi sognati arenili ritornassero a splendere. Ma, come succede con i più celebrati illusionisti, ecco spuntare dal “magico” cilindro dell’amministrazione comunale, un fantasmagorico progetto di ampliamento del porto”. Il progetto di restyling del water front porticese è il bersaglio di una critica feroce degli esponenti di Rifondazione comunista che hanno “gridato” il loro dissenso attraverso manifesti affissi sui muri della città. “Seguendo i vezzi architettonici delle faraoniche città saudite – si legge sul manifesto -, come una novella Doha, Portici si inventa una mega darsena da 800 posti barca, una nuova colata di cemento che certamente modificherà la morfologia storica della linea di costa, con tutto ciò che ne conseguirà, in virtù della mortificazione del mare, sull’erosione delle spiagge e dell’impatto dei marosi sul fronte mare”. “Tutto ciò – afferma Silvio Vanacore, segretario di Rifondazione comunista a Portici – con l’obiettivo di far approdare in queste darsene artificiali una flotta di diportisti più o meno vip che potrà,così, fare rifornimento di acqua o energia indifferentemente a Portici, come a Stabia o a Vigliena, inseriti tutti in un circuito che fa capo ad un Ministro del Governo Berlusconi. Sarebbe stato certamente più saggio – conclude Vanacore – portare a termine i progetti risalenti alla prima consiliatura, restituire il mare ai cittadini e realizzare il restauro conservativo del Real Porto Borbonico del Granatello realizzato da espertissimi tecnici”. Rifondazione, distaccatasi ormai da tempo dall’amministrazione di centrosinistra del sindaco Vincenzo Cuomo fornisce la propria ricetta per il rilancio della città: “Indubbiamente – affermano pubblicamente gli esponenti di Rc – la nostra idea di città è diversa da quella dell’amministrazione. La Portici che abbiamo in testa è una città che punta sulla valorizzazione socio-economica delle sue presenze di pregio: la Reggia, il suo museo, il Bosco Reale con le sue molteplici opportunità, il Polo tecnologico del Granatello al servizio di micro-imprese capaci di sfruttare le grandi potenzialità, un Centro storico che dovrebbe essere un borgo di botteghe artigianali e di piccole attività commerciali attratte da una fiscalità di vantaggio ed una Facoltà universitaria capace di formare giovani verso indirizzi legati al territorio. Invece – conclude il manifesto – viviamo in una città pigra, sonnolenta, con sempre più cemento e che tratta i cittadini come “clienti”, mentre i nostri giovani continuano ad essere estraniati dalle scelte di chi governa”. Con questo atto Rc conferma, in definitiva, la sua scelta a non aver partecipato all’attuale coalizione di centrosinistra che “caratterizza la sua azione politica – chiosa Silvio Vanacore – perseguendo solo l’interesse della Casta a danno degli interessi della città”.

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