La rovesciata di Longobardi salva la Turris

È un amaro sventolio di bandiere quello che, al termine della gara col Francavilla Fontana, vede protagonista il comunale di Torre del Greco. Già, perché da queste parti non si può festeggiare una banale salvezza (seppur ottenuta con tre turni d’anticipo). Questo, però, passa il convento di questi tempi. Lo sa bene mister Mandragora: “Sono contento, perché i ragazzi hanno raggiunto la meta che si erano prefissi. Non dobbiamo pensare al potenziale della squadra, ma solo a quanto dimostrato sul campo”. E sul campo si sa, le chiacchiere stanno a zero, mentre i gol di Giulio Russo sono ormai giunti a quota venti. È infatti lui, insieme al gemello del gol, Giovanni Longobardi, a firmare il successo per 2-1 sul Francavilla Fnt. Non è stata certo un match facile quello coi pugliesi, anch’essi alla disperata ricerca di punti salvezza. Proprio gli ospiti sono stati i più pericolosi e hanno sfoggiato un gran possesso palla. Ci prova prima D’Amario al 4’, sfiorando la traversa. Al 15’ è Malagnino a fare la barba al palo torrese. Alla mezz’ora, invece, è Schirinzi a non approfittare dell’ottimo lavoro svolto da Formica. La Turris ringrazia, ma non si fa impietosire dai regali avversari e alla prima occasione la butta dentro: il guastafeste è Russo, che al 41’ fa partire un vero siluro dai 25 metri, imparabile per Annunziata. Nella ripresa, però, i pugliesi trovano subito il pari con Ferrari, il quale si esibisce in un bel calcio piazzato, causato quest’ultimo da Noviello, espulso nell’occasione per doppia ammonizione. I corallini non si fanno prendere dal panico e Longobardi prima fa le prove del gol al 60’ e poi a 10’ dal termine apre il manuale del calcio al capitolo “prodezze”, paragrafo “rovesciata” e salva la Turris. Domenica i bianco-rossi sono attesi dall’impegno in trasferta col Forza e Coraggio, quarta forza del campionato e reduce dal 2-2 esterno con l’Ostuni. Capitan Russo, felice per la salvezza acquisita, promette il massimo impegno da parte di tutti i componenti della squadra per le restanti tre partite: “Lo dobbiamo ai tifosi, al presidente e anche al calcio in generale, che negli ultimi anni ha visto già troppe querelle sull’onestà dei suoi adepti”.

Michele Di Matteo

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