Sorrento di tutti scende in piazza per raccogliere le firme in sostegno alla campagna referendaria volta a difendere il principio fondamentale della risorsa idrica come bene pubblico dello Stato. Oltre alla firma dei quesiti referendari, saranno raccolta anche le firme per presentare al nuovo consiglio comunale di Sorrento la proposta di integrazione al proprio statuto con la dicitura che l’acqua è un bene pubblico e non deve essere privatizzata. Il 1 e 2 maggio in Piazza Lauro a Sorrento dalle ore 9 alle ore 19 il Movimento nazionale per l’acqua in collaborazione con la lista civica Sorrento di tutti in coerenza con quanto promesso nel proprio programma elettorale, si fa sostenitore in Penisola Sorrentina di tale iniziativa, impegnando la propria struttura organizzativa e tutte le proprie forze per la raccolta firme in collaborazione con il comitato promotore nazionale. “A partire dai prossimi giorni – dichiarano Giuseppe Aulicino ed Alessandro Lauro, coordinatori di ‘Sorrento di tutti’ – saremo nelle piazze innanzi tutto per informare la popolazione, e quindi per raccogliere le sottoscrizioni al referendum di coloro che vorranno sposare la battaglia nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua. I tre quesiti per i quali si raccolgono le firme puntano ad abrogare la legge approvata dal governo lo scorso novembre, e le norme approvate dai governi precedenti, che considerano l’acqua una merce e che prevedono che la sua gestione sia finalizzata a produrre profitti. L’acqua è un bene pubblico, una risorsa di tutti, e questo è un principio base che le lobby economiche non possono mettere in discussione”. Coordinatore di questa iniziativa assieme ad Alessandro Lauro sarà anche Massimo Parente, impegnato da anni per le lotte che riguardano i diritti civili.
Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. Tale articolo sostanzialmente prevede il ricorso ad enti di diritto pubblico per gestire il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente ‘privo di rilevanza economica’, e come servizio di interesse generale, privo di profitti nella sua erogazione