Dai “Nobili”, il primo passito di Piedirosso

L’annuncio è di quelli che suscitano curiosità ed interesse e non solo tra gli addetti del settore vitivinicolo. Sarà presentato il prossimo dieci aprile al Vinitaly di Verona il primo passito di piedirosso, vitigno autoctono coltivato nella sua terra di origine, perfetto ambasciatore del territorio vesuviano. Il primato è dell’azienda I Nobili del Vesuvio di Salvatore Ingenito, quaranta moggia di vigneti coltivati a piede franco in Boscotreccase, alle falde del Vesuvio, terra ricca di silicio e potassio, minerali che conferiscono alle uve raccolte caratteristiche uniche.
L’azienda,nota per la produzione del Lacryma Christy doc, già l’anno scorso si era posta all’attenzione dei consumatori e dei titolari di noti ristoranti per aver immesso sul mercato Dora, primo spumante rosè extra-dry di per’e palumm, metodo charmat. Un tour promozionale nei lounge bar più blasonati, con la presenza di Assunta Gargiulo testimonial delle “bollicine con i tacchi a spillo”e una comunicazione assennata hanno decretato, in pochi mesi, il successo di questo spumante che oggi viene proposto da barman e maitre come pre-dinner in cocktail e long drink oppure come facile abbinamento ad uno spensierato happy-our. La conferma è stata Casa Sanremo, location mondana per cantanti, manager, giornalisti e discografici che durante i brunch e le cene del 60mo Festival della Canzone italiana hanno, con l’ausilio di Pasquale Brillante (delegato condotta vesuviana sommelier Ais) degustato lo spumante Dora e anche il Don Gennaro, Lacryma Christy barrique annata 2007. Apprezzamenti sono arrivati da Irene Grandi,Vincenzo Russolillo (patron dell’evento), da Fofò Ferriere e da Paco che da ottimo showman ha rallegrato le serate dell’evento. “E’ stato-ci dice Salvatore Ingenito, titolare dell’azienda- un modo inedito ed originale cui legare il marchio dei Nobili del Vesuvio al più rilevante evento di costume italiano e non solo”. Nel proseguire le strategie commerciali del management aziendale ecco la novità 2010.”Si! in passum di piedi rosso – dice Antonio Piccolo, direttore commerciale dell’azienda – è la risposta alle sollecitazioni che ci vengono da un mercato saturo ma accorto e desideroso di novità, pur rimanendo vigili a non stravolgere le peculiarità del territorio, vero valore aggiunto alla nostra produzione di vini e spumanti.”Un’antica ricetta, preservata alle rovine della seconda guerra mondiale, rinvenuta nella cripta di Frà Stefano monaco vignaiolo camaldolese, vissuto attorno al 1860 nel convento di “‘n coppa ‘o monte”, oggi noto come colle di Sant’Alfonso, è il segreto di questo vino usato inizialmente per uso sacrale e che oggi si affaccia sugli scaffali delle enoteche e wine bar italiani. Uve selezionate e raccolte nel podere di “bosco del monaco” che con la brezza del golfo, raggiungono un appassimento, per 40 giorni su stuoie di “chierchia”. La pigiatura soffice ed una fermentazione lenta su lieviti selezionati con “un riposo”di sei mesi in botti di rovere fanno di questo passito…”un nobile nettare da meditazione – prosegue il direttore Piccolo – con il tempo ad essere unico e lento testimone della reminescenza del corpo e dell’anima.”Un modo del valente direttore per dire che, in una strategia di marketing, al collo della elegante bottiglia sarà posto un collarino con frasi di poeti, statisti e filosofi da leggere e meditare in un tour promozionale previsto in librerie e caffè letterari. “Location insolite per il mondo del vino – conclude Emma Ingenito, responsabile eventi dell’azienda – per poter rendere significativa ogni occasione di comunicazione aziendale e lasciare un segno nella memoria dei presenti”

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