“I senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante non sono abbastanza informati sulla problematica dell’abusivismo in Campania. Le loro dichiarazioni solo mistificazione e mancanza di vicinanza ai veri bisogni della gente. Una questione che pone in serio pericolo l’ordine democratico e rischia di danneggiare dei beni primari che la nostra Costituzione intende tutelare”. “Altro che centinaia di famiglie cui trovare una diversa sistemazione. Qui si tratta di migliaia e migliaia di nuclei familiari in difficoltà”. Così Ciro Borriello, sindaco di Torre del Greco. “Il disagio è indice di un tirare a campare – prosegue – scaturito da politicanti inetti, che nel corso degli anni hanno permesso che una così grave illegalità fosse perpetrata. La vicenda attualmente è per molti aspetti ad un punto di non ritorno. Intendo dire che è impensabile abbattere oltre 70mila case. Nei fatti si rischia un danno sociale ed economico maggiore di quello che si vorrebbe rimuovere con gli abbattimenti. I Comuni vesuviani in particolare e quelli campani in generale non sono nelle condizioni economiche e innanzitutto strutturali di poter sopperire ora alle mancanze e alle lacune di una mancata determinazione e normative che mai hanno saputo realmente porre un freno alle colate di cemento che hanno invaso abusivamente le bellezze del territorio campano. Intanto è opportuno sottolineare che per quanto concerne l’area vesuviana gli abusi edilizi non sono assolutamente di natura speculativa, ma di esclusiva necessità”. “Di certo l’abusivismo è da condannare – chiarisce il Sindaco – ma, non può tacersi che l’aspirazione a conservare un alloggio per sé e la propria famiglia rappresenta in ogni caso un diritto primario, riconosciuto a livelli costituzionale ed internazionale (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, Convenzione Internazionale per l’Eliminazione di tute le forme di discriminazione…) per la cui realizzazione grava sullo Stato e sulla Pubblica Amministrazione il dovere istituzionale di promozione, affermazione e difesa. Ricostruita in questi termini, la difficile questione svela però tutta la sua portata dirompente e manifesta il conflitto di interessi e le profonde contraddizioni in cui le Amministrazioni locali vengono a trovarsi, essendo i Comuni astretti da un lato dalla pretesa che l’Autorità Giudiziaria impone di demolire le case abusive di tanti cittadini e, per altro verso, obbligati a concorrere alla realizzazione dei compiti di benessere e dei diritti fondamentali delle persone rappresentate, fra cui spicca proprio il diritto alla casa”. “È pacifico che mancando la casa tutti gli altri diritti fondamentali – sottolinea Borriello – non possono realizzarsi, per difetto del terreno fertile in cui fiorisce la salute, l’istruzione, l’educazione e il benessere degli uomini. Infine, i Comuni si troverebbero, all’indomani degli abbattimenti, a dover fronteggiare una moltitudine di senzatetto, senza poterli assistere, stante la mancanza di alloggi da assegnare loro con tutte le evidenti e prevedibili ripercussioni negative per l’ordine pubblico e la sicurezza, senza considerare l’enorme danno in termini di rapporto tra l’Istituzione locale e gli amministrati”. “Con questo scenario – conclude Ciro Borriello – occorre domandarsi dove eventualmente poi reperire terreni disponibili ed accessibili ad equo costo, come conseguire la disponibilità di materiali a basso costo e comunque alla portata delle famiglie sfollate. Tutti questi fattori, solo se effettivamente presenti, possono rendere praticabile la via dell’abbattimento, poiché mancando tali condizioni risulta impensabile imporre l’affermazione di modelli comportamentali virtuosi e doverosi. Per queste oggettive motivazioni e nello specifico per le abitazioni di necessità, come da un recente confronto con tanti colleghi sindaci, comitati e associazioni, riteniamo più che giusto riattivare in Campania le procedure relative al condono edilizio del 2003”.