Il Lemon Bowl incorona il giovanissimo talento Riccardo Perin

Ricco della sua recente esaltante vittoria al torneo internazionale di Tennis “Lemon Bowl” under 10, dove, a Roma, in finale ha battuto 6-2, 6-1 lo svizzero Yannic Steineger, non vuole parlarne. Addirittura si schernisce e non esita a tralasciare le buone maniere e la mitezza del carattere se si prova ad insistere. Riccardo Perin è nato e vive a Vico Equense e tra qualche settimana compirà 10 anni. Il tennis lo vive sulla terra rossa, ci gioca anche con la tv e i diabolici software, ma di parlarne non ci pensa. Lo sanno quasi tutti: le sue maestre di quinta elementare del I circolo didattico di Vico Equense, una delle quali vorrebbe certamente averlo dall’altra parte della rete, i suoi amichetti che lo adorano e lo incoraggiano a fare i risultati, la sorella Marta, brava nella pallavolo, la zia Mariapia con la quale legge diversi libri, parla di mondo digitale ma del tennis nulla. Unica concessione che premia coloro che con Rico non parlano di tennis è una sfida a ping-pong, un gioco che adora, solo perché gli consente di continuare ad impugnare una racchetta anche quando dovrebbe riposare. Con il nonno Antonio Rossignaud che è il suo tifoso principale fa qualche timida concessione, poco rispetto alle tante curiosità che vorrebbero trovare risposte, ma il nonno è contento lo stesso, sta imparando e rispetta lo stile sobrio e riservato del piccolo Riccardo. Ma quando è in campo non fa sconti a nessuno. Con colpi piatti e palle di rovescio, conditi di tecnica e potenza, spiega a tutti, senza timidezze, la propria idea di tennis che il maestro Alberto Sbrescia (lo stesso che ha svezzato il campione italiano Potito Storace), sta facendo emergere con un severo e competente lavoro di preparazione. Alle finali romane del Lemon Bowl 2010, hanno partecipato 1400 ragazzi provenienti da tutta Europa. Diverse scuole di tennis si sono confrontate in piu match, ma a spuntarla è stato il giovane tennista di Vico Equense, prima contro il campione francese della sua categoria, Arslan Kellou e poi contro lo svizzero della stessa scuola elvetica di Roger Federer. Alle finali ha assistito un numeroso pubblico, tra cui molti esperti della Federazione Italiana Tennis che tengono sotto osservazione costante i progressi tecnici del giovane tennista vicano, sul quale sono riposte particolari aspettative. Nel torneo romano, secondo il giudizio di alcuni osservatori, sono state apprezzate, accanto alle potenzialità tecniche, la sportività e la correttezza. Dotato di grinta e velocità, Riccardo sta affinando, sotto la guida di Alberto Sbrescia, la naturale fantasia tecnica: azioni di gioco che sviluppa da fondo campo, con diritti e rovesci di destro di notevole precisione, abbinate a veloci incursioni sotto rete Riccardo rimane pur sempre nella dimensione giocosa dei suoi dieci anni e i successi (ha già vinto diversi tornei nazionali) non lo distolgono dallo studio (grazie alla dedizione di mamma Daniela),dal gioco con i suoi amici e dalle partite di calcio nella squadra dei pulcini del Vico Equense (nonno Gastone Perin è stato uno storico campione della Pro Vercelli).  A Riccardo, in qualità di “nato digitale doc” che non trascura i giochi tradizionali, gli auguri per il successo conseguito sono arrivati anche da Derrick de Kerckhove, guru internazionale del mondo digitale e direttore scientifico della rivista ‘Media Duemila’ che l’anno scorso ha promosso un premio dedicato ai ragazzi con la stessa età di internet. “Nomino il mio piccolo amico ‘nato digitale dell’annò  – ha detto Derrick de Kerckhove – perche’ vive immerso nelle tecnologie e lo sport non lo pratica solo via schermo”.
Il successo internazionale di Riccardo è un traguardo di cui va fiera l’intera città di Vico Equense. Anche la comunità di Facebook ha salutato il successo del giovane tennista nel gruppo “Vico Equense che bellezza!” che per l’occasione ha coniato lo slogan, “Riccardo, che bellezza!”

Gaetano Irlando

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