Disordini, proteste, polemiche sulle linee programmatiche e elezione del presidente rinviata: questi i temi principali del primo consiglio comunale dell’amministrazione del neo sindaco di Castellammare, Luigi Bobbio. Nella sala consiliare di Palazzo Farnese, nel pomeriggio di ieri, si sono riunite centinaia di persone, tra cui i lavoratori in difficoltà di Multiservizi, Fincantieri, Stabia Porto e Avis. Il clima si è fatto teso sin dai primi minuti di consiglio, per non distendersi poi nelle ore di discussione che sono seguite. Del resto, già il primo impatto in piazza Giovanni XXIII non lasciava spazio a dubbi: a presidiare il Municipio c’erano polizia municipale, polizia di stato e carabinieri con due camionette e decine di militari.
L’assise ha avuto inizio alle ore 17 quando il presidente pro tempore Gaetano Cimmino del Popolo della Libertà all’appello ha contato i consiglieri presenti in aula: unico assente giustificato per motivi di salute, Antonio Sicignano del Circolo della Libertà di Castellammare. Il clima, comunque, è surreale. Una decina di lavoratori si fa largo tra le centinaia di persone intervenute: ci sono fischi per Bobbio e i suoi assessori appena entrati in aula e applausi per il sindaco uscente Salvatore Vozza seduto tra i banchi dell’opposizione. Dopo la surroga del consigliere Giovanni De Angelis di “Uniti per Stabia”, scelto da Bobbio per la composizione dell’esecutivo (al suo posto subentra il primo dei non eletti della medesima lista civica, Umberto Pane), il giuramento da parte del primo cittadino, c’è la scelta di rinviare l’elezione di presidente, vicepresidenti e vicari del consiglio comunale per dare spazio alle linee programmatiche dell’amministrazione.
Un discorso lungo 23 pagine durante il quale Bobbio ha affrontato subito i temi della lotta alla camorra, ricordando il “buio” 2009, la sicurezza e la legalità. Si parla di implementare la videosorveglianza e ci si congratula con i recenti interventi della polizia municipale. Poi ambiente e inviti alla minoranza di collaborare per il bene della città. C’è poco lavoro nelle linee programmatiche, gli animi degli operai cominciano a surriscaldarsi. Subito dopo, a prendere la parola, è stato il consigliere Vozza: Quello appena letto da Bobbio è il nostro programma del 2005. E’ stato palesemente copiato». Le parole dell’ex sindaco hanno il suo effetto: il pubblico applaude, tra le file della maggioranza ci si scompone. Non si scompone, però, il primo cittadino: «Può darsi che alcuni punti del programma coincidano, ma se ne vostro caso sono rimasti su carta, noi li realizzeremo». A difendere l’operato dell’amministrazione ci hanno poi pensato Lorenzo Esposito del Nuovo Psi, Aldo Esposito di “Stabia in Movimento” e Giuseppe Mercatelli di “Una nuova città Bobbio sindaco”. Dall’opposizione per una contro risposta ci si affida al consigliere dell’Italia dei Valori, Maurizio Apuzzo, che è andato giù duro su Società Partecipate, termalismo, lavoro.
Dopo gli interventi dei consiglieri, è scoppiata la bagarre. All’ennesima interruzione dei lavori del consiglio da parte dei cassintegrati, Bobbio perde la calma e si rivolge duramente a uno di loro. Scoppia la protesta, volano urla e spintoni. L’assise viene sospesa e l’aula sgomberata dai carabinieri. Ma i lavoratori non si calmano, la protesta va avanti all’esterno della sala: la più bersagliata dagli sfottò degli operai l’assessore al Lavoro, Emanuela Romano, presente ieri in consiglio. Dopo circa 45 minuti i lavori riprendono, ma non si arriverà all’elezione del presidente. La maggioranza, infatti, non ha un accordo e se si votasse Francesco Iovino del Partito Democratico potrebbe “infilarsi” tra i quattro candidati del centrodestra che si dividerebbero i voti. Su richiesta della maggioranza, l’elezione è stata quindi rinviata.
Francesco Ferrigno