Juve Stabia: Ametrano annuncia il suo ritiro dopo 18 anni da calciatore

Protagonista nel calcio italiano con una straordinaria carriera fatta di più alti che bassi e terminata con la promozione delle vespe in Prima Divisione, il difensore stabiese doc Raffaele Ametrano annuncia il suo ritiro dall’attività agonistica dopo 18 anni di calcio giocato. “Onestamente – esordisce l’ex capitano delle vespe – questa decisione di ritirarmi dal calcio giocato è maturata all’inizio di quest’anno e non mi andava di lasciare la Juve Stabia in un categoria inferiore e dopo una promozione ottenuta con molti festeggiamenti ho pensato che questo è il momento migliore per lasciare dopo tanti anni. Fa un po’ senso lasciare così, in questi giorni ho rivissuto tutta la mia carriera, è sempre stato il mio sogno giocare a calcio, ci sono delle tappe e credo di avermi tolto molte soddisfazioni e vissuto anche grandi delusioni”. “Da piccolo – afferma il difensore gialloblè – volevo giocare con la Juve e ci sono riuscito, volevo chiudere la mia carriera con questa maglia e ci sono riuscito, tutto si è avverato e mi fa piacere. Ho giocato a San Siro, ho vinto una Coppa Intercontinentale, gli Europei con l’Under 21, ho vinto tanti trofei e quest’anno è stata la ciliegina sulla torta per chiudere una grande carriera. E’ stato emozionante festeggiare qualcosa di bello nella mia città con la mia famiglia, con i miei fratelli e con la mia compagna”. “Il momento – spiega Ametrano – più esaltante è stato l’esordio in Serie A ad Udine contro il Cagliari e aver segnato la mia prima rete da professionista contro il Padova. Ho sempre lasciato un bel ricordo nelle città dove sono stato, mi hanno voluto bene e mi sono sempre fatto voler bene e mi hanno apprezzato prima come uomo e poi come calciatore. Ho conosciuto tanti campioni, l’amico a cui sono legato molto è Rastelli perché per molti anni abbiamo vissuto grandi stagioni all’Avellino. Ho sempre avuto dei bei ricordi con tutti”. “Alcuni amici – continua lo stabiese doc – lo sapevano già che quest’anno mi ritiravo e non vedevano l’ora che mi ritirassi, Rastelli mi ha regalato un chiodo per appendere le scarpette e da lì ho capito che dovevo smettere. Domenica prossima colgo l’occasione per salutare il mio pubblico, che ci ha sempre sostenuto. Ci sono tante iniziative e tante idee in mente per far bene però ci vuole tempo. Mi sento di ringraziare la società, il presidente Giglio e Manniello, Amodio che mi hanno dato questa chance per risalire subito la china con la Juve Stabia dopo la retrocessione. Un saluto particolare va fatto a Pavarese perché oltre ad essere un competente di calcio, ha sempre creduto in me e con lui abbiamo vissuto molte vittorie ed abbiamo un rapporto che va al di là della maglia”. “La retrocessione – chiarisce il difensore stabiese – a Lanciano dell’anno scorso, un Napoli – Reggina come spareggio per la A e un Piacenza – Salernitana per la B sono gare che avrei voluto rigiocare un’altra volta perché sono state un brutto ricordo però fanno parte del gioco. A giugno farò il corso da allenatore, ritroverò vecchi amici. Mi mancherà più di tutto la tensione per vincere una gara e prepararla in settimana però credo che il mio sogno è quello di aver fatto bene il proprio lavoro e aver l’applauso dal proprio pubblico. Ho avuto grandi maestri come Lippi, Spalletti, Rossi però un plauso particolare va a Casale e al presidente Basentini che senza fare mai parte di una Primavera mi hanno dato l’occasione ad Ischia di giocare col Napoli. Ho giocato contro Totti, Del Piero, Zidane però Maldini e Baggio, di cui ho tutto le magliette, sono quelli che mi sono rimasti impressi come grandi campioni”. “Quando – analizza Ametrano – vai a giocare in piazze calde la pressione di vincere è troppo alta però a Verona e Udine mi sono trovato bene e mi hanno accolto nel migliore di modi. Devo tutti ai miei genitori, fratelli e alla mia compagna perché nei momenti difficili, come un infortunio a Messina che mi fece stare 6 mesi fuori, mi hanno sempre sostenuto però mio padre che lavorava ai cantieri e con i turni incasinati mi accompagnava a Napoli. Mi sono sempre venuti a vedermi e anche loro hanno sempre goduto delle mie vittorie e hanno vissuto con me questo sogno”. “Dopo – consiglia il difensore stabiese – 2 anni di sacrifici ed investimenti è stato uno sfogo quello del presidente per stimolare i tifosi a venire a sostenere di più la squadra, è stato importante farlo ora però questa squadra si deve tenere stretta questa categoria perché ha i mezzi per farlo e non c’è occasione migliore che domenica prossima tutti i tifosi si stringono intorno per festeggiare e godere questa promozione e chissà anche la conquista della Supercoppa”. “Mi ricordo – ricorda lo stabiese doc – che quando ero alla Juventus Lippi protestava sempre con gli arbitri, non si è mai parlato di vittorie fasulle mentre oggi il sistema gira in questo modo e sentire certi discorsi fa male a questo sport. Mi sarebbe piaciuto vestire la maglia del Real Madrid però non mi posso lamentare perché sono stati in grandi club. Ho avuto la fortuna di conoscere Maradona, era molto generoso e non solo con me”. “E’ stata – conclude Ametrano – una fortuna giocare con Crippa, Ferrara e miti come Carnevale, che sento ancora, e di aver fatto parte di quel Napoli che vinceva sempre. Quando parlava Agnelli si discuteva solo di politica e  non capivo niente di questo argomento però mi ricordo che gli piaceva molto questa città e alla Juventus ho giocato con grandi ed umili campioni dove si poteva soltanto imparare da loro”.

Adriano Napoli

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