Si apre oggi a Lussemburgo il Consiglio dei Ministri dell’Ambiente europei. Al centro delle discussioni, la questione delle riduzioni delle emissioni di gas serra e del rischio delle “fughe” di carbonio. In particolare i ministri esamineranno domani la possibilità di rafforzare l’impegno unilaterale dell’UE, portando dal 20% attuale al 30% l’obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2020.
La Focsiv ha scritto al ministro Stefania Prestigiacomo per sollecitare questa decisione.
Purtroppo gli Stati europei non hanno da subito dimostrato coraggio nell’accettare tale indicazione, ma noi sosteniamo che il Consiglio, e l’Italia in particolare, devono impegnarsi a ridurre le emissioni del 30% entro il 2020, come primo passo verso un più ambizioso obiettivo di diminuzione del 40%, se vogliamo evitare davvero gli impatti negativi del cambiamento climatico.
Al ministro Prestigiacomo è stato inviato anche il documento Clima e povertà, un business inusuale dove si affronta la struttura del nuovo fondo.
Sappiamo che la questione del finanziamento è ancora aperta, i Paesi in via di Sviluppo attendono i 30 miliardi di dollari che l’accordo di Copenhagen prevede siano trasferiti nel triennio 2010-2012 ma poco si sa sulle modalità e le tempistiche di concessione di questi finanziamenti.
L’Italia, ad esempio, a fronte di un impegno annuo di 200 milioni di euro, risulta esservi al momento la disponibilità della metà, ed il Fondo di adattamento è oggi una scatola vuota con solo 100 milioni di dollari.
La natura complessa dei finanziamenti per il clima e i molteplici interessi in gioco non fanno che riaffermare l’importanza di garantire meccanismi per bilanciare gli interessi più forti affinché i bisogni delle comunità povere ed emarginate non siano ancora disattesi.
Il documento formula alcune raccomandazioni precise, tra cui quella di nominare un difensore civile indipendente ed internazionale e di definire linee guida internazionali per il coinvolgimento di tutte le parti e per la loro attuazione nel rispetto dei diritti umani e degli standard sociali e ambientali concordati a livello internazionale.
FF