Davanti agli scavi della Villa di Poppea ad Oplonti un folto pubblico ha fatto la cornice al vernissage della mostra “Museo a cielo aperto dell’Arte Bianca” di Torre Annunziata, organizzata dal Rotary Club Pompei-Oplonti Vesuvio Est. Il presidente del sodalizio organizzatore, Raffaele Maria Ricciardi, ha ringraziato autorità e presenti per aver partecipato al primo atto di una proposta di recupero di archeologia industriale. Il saluto della città è stato portato dal Sindaco Giosuè Starita. L’esposizione si avvale di un itinerario attraverso gli opifici dismessi delle paste alimentari torresi, in cui si producevano (tra l’’800 e il ‘900) i maccheroni: una documentazione dell’economia, degli impianti tecnologici, dell’abilità e dell’esperienza delle maestranze, nonché del valore di una produzione che impegnava una grossa fetta della manodopera torrese, la quale ha contribuito a diffondere nel mondo la pasta oplontina (il prodotto rappresentava all’epoca larga parte dell’esportazione italiana). La vetrina è stata realizzata dall’Associazione ARCI-Oplonti, rappresentata da Ciro Corsaro, il quale, intervenendo nel cerimoniale di apertura, ha accennato anche alla provenienza del grano, materia prima per un manufatto di qualità. Infatti, la pasta di Torre Annunziata era prodotta con un tipo di grano ricco di glutine proveniente dalla Russia, trafilata al bronzo ed asciugata all’aperto nelle vie cittadine o nei cortili degli opifici. Nella mostra, le fabbriche vengono distinte da targhe (fatte dello stesso materiale della pasta) che riportano i momenti principali della loro storia. L’esposizione, – recita il depliant di presentazione dell’ARCI – “testimonia la realtà di un processo di industrializzazione manifatturiero che, dopo aver interessato una intera città, valica l’ambito territoriale e diventa fatto nazionale. Dall’analisi del messaggio storico si desume il ruolo fondamentale del nuovo alimento nello sviluppo delle grandi industrie manifatturiere determinante ai fini delle capacità produttive dei lavoratori che costituiscono il fattore più importante del processo produttivo”. I torresi ringraziano il Rotary e si augurano che il progetto possa realizzarsi in tempi brevi.
FEDERICO ORSINI