Gragnano: il Pd chiede le dimissioni del sindaco Annarita Patriarca

Durante le tante conversazioni tra Fabio Di Martino e suo padre Leonardo, sono emersi chiaramente dei riferimenti alle elezioni amministrative gragnanesi dello scorso anno. E tra questi, possibili condizionamenti dei risultati elettorali, con voti di scambio e precisi riferimenti ai fatti che hanno portato anche agli arresti di Ciro e Luigi Coticelli, di 33 e 24 anni, per concorso tra loro dell’esercizio fraudolento del diritto elettorale. I due andranno a processo tra un mese e mezzo e, per questa vicenda, rischia il rinvio a giudizio il presidente del consiglio comunale di Gragnano, Giuseppe Coticelli, che potrebbe essersi avvantaggiato della situazione. Ombre, dunque, sull’amministrazione retta dal sindaco Annarita Patriarca e sul consigliere di maggioranza che ha collezionato il maggior numero di voti alla tornata elettorale che l’ha visto candidato nella lista dell’Mpa. Dalla maggioranza al momento nessuna reazione particolare sull’accaduto, anche perché il sindaco è impegnata in un viaggio a Lourdes e tornerà solo nei prossimi giorni. Invece, dall’opposizione arriva un duro attacco proprio al primo cittadino. «Se le cose rispondessero al vero e ritrovassero conferme – afferma Michele Inserra, capogruppo consiliare del Pd – esisterebbe una gravità inaudita e assoluta, e la Patriarca dovrebbe dimettersi subito dal suo incarico di sindaco perché sarebbe soltanto un danno per la città. Infatti, se tutto fosse dimostrato, i brogli elettorali l’avrebbero avvantaggiata, anche se indirettamente. Inoltre, dalle intercettazioni emergono squarci inquietanti di legami tra candidati e consiglieri comunali con la malavita organizzata, palesati nel patto di scambio soldi-voti. Questa sarebbe una miscela esplosiva». Sul possibile rinvio a giudizio di Coticelli, Inserra aggiunge: «Non sarebbe una condanna, ma la situazione diventerebbe politicamente insostenibile. Questa vicenda rappresenta solo la punta di un iceberg, perché i condizionamenti ceri erano altri. Alcuni seggi sono stati letteralmente “sotto assedio” con gente mai vista prima. Le stesse cose accadute a Casal di Principe – conclude il capogruppo dei democratici in consiglio – sono successe anche a Gragnano, e molte schede risultavano votate con la medesima calligrafia».

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