Emergenza discarica: i 10 giorni di Berlusconi

Dieci giorni, proprio così cari italiani, dieci giorni e tornerà la normalità nei territori vesuviani dove lo stato ha fallito, dieci giorni e i napoletani torneranno ad essere quello che sono sempre stati dei “lazzari felici mangiatori di pizza e spaghetti e suonatori di mandolino”, dieci giorni per risolvere un problema dall’origine ormai lontana un problema pregno di 150 anni di storia, corruzione, affarismo e malavita. Dieci giorni questo il tempo necessario, queste le parole del nostro Presidente del Consiglio il Cavaliere Silvio Berlusconi, un uomo convinto di essere serio a capo di un governo serio che guida un paese serio. Un uomo che ha così magistralmente ammaestrato i telespettatori di questa repubblica, perdonatemi volevo scrivere sudditi, ma che dico dipendenti, ma no il termine esatto è cittadini, da essere convinto di potergli rifilare tutte le baggianate di questo mondo senza che nessuno trovi lo spirito critico per mettere in dubbio le sue affermazioni.

Il punto, caro Cavaliere, è  che i cittadini vesuviani, quelli che sopravvivono a stento nel territorio dove sono nati, ormai sono sordi agli slogan e alle false promesse, non credono nemmeno più ai miracoli, quelli veri.

Non possono darle credito perché lei caro Presidente del Consiglio, proprio in passato ha giurato, ma a questo punto è giusto dire spergiurato, dinanzi  a questa gente e al mondo intero che tutto era risolto. Ricorda Cavaliere? Era il 21 maggio 2008, il suo governo si riunì a Napoli e lei disse <<Sono venuto qui a Napoli per dire che lo stato c’è, per dire che lo stato agirà non domani ma subito, per dire che lo stato agirà con determinazione per far rispettare le leggi e per risolvere questa dannata situazione che è propria non di una nazione di un paese civile ma di qualcosa di molto diverso. Quindi io garantisco la mia continuità per quanto riguarda la soluzione del problema rifiuti…>>.

Ricorda le dichiarazioni del 18 luglio 2008 quando disse in tono trionfalistico << cinquantotto  giorni e Napoli e la Campania sono ritornati ad essere delle città occidentali, delle città ordinate, delle città pulite dove non c’è più quel disastro che invece ci ha così male illustrato sulle televisioni e i giornali di tutto il mondo>> ed aggiunse appellandosi agli uomini di buona volontà <<Vareremo una campagna per trarre da un male un bene… e io vorrei lanciare questa campagna di Napoli città più ordinata e più pulita d’Italia>>.

Ricorda gli applausi scroscianti quando il 26 marzo 2009 diede il via al “termovalorizzatore” di Acerra, e il 3 giugno dello stesso anno nel salotto dal suo caro e fedele amico Bruno Vespa disse <<Abbiamo un impianto è il termovalorizzatore di Acerra che funziona ed è un gioiello, che trasforma i rifiuti in energia elettrica per una città di trecentomila abitanti… approfitto per dire che la situazione di emergenza in Campania è finita>>.  Cosa che ribadì il giorno 30 settembre 2010 davanti ai Senatori della Repubblica italiana <<Napoli ha avuto risolto definitivamente il problema dei rifiuti>>.

Capisce signor Presidente del Consiglio dei Ministri perché i cittadini non possono darle credito, sono esasperati da una emergenza che lei ha più volte dichiarato risolta. E questa ennesima baggianata dei dieci giorni pronunciata il 22 ottobre 2010 ci appare come l’ennesima presa in giro.

Ferdinando Fontanella

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