Condono edilizio, palazzo De Fusco lancia l’ultimatum agli autori di abusi edilizi che vogliano mettersi in regola: l’amministrazione comunale, infatti, oltre a negare la concessione edilizia in sanatoria, si dice pronta ad acquisire ed abbattere gli immobili le cui pratiche di condono siano incomplete, se queste non verranno integrate in tempi brevi. Una sanzione sicuramente grave che dovrebbe spingere i cittadini a completare le istanze rimaste giacenti all’ufficio tecnico perché carenti di documentazione. Ad avvisare i cittadini di questo “ultimatum” sono il dirigente del VI Settore (edilizia) Andrea Nunziata e il primo cittadino Claudio D’Alessio. “L’amministrazione comunale fa sapere palazzo De Fusco – al fine di risolvere l’annoso problema della definizione delle pratiche di condono ha attivato una iniziativa risolutiva per dare una pronta risposta a quanti da anni hanno prodotto una idonea richiesta di concessione in sanatoria”. L’iniziativa consiste non solo nel dare risposta negativa alla domanda di sanatoria: la sanzione più grave per i “ritardatari”, infatti, consisterà nell’abbattimento finale del manufatto rimasto senza concessione. Un atto necessario per l’amministrazione comunale che intende risolvere una volta per tutte la questione del condono edilizio che, già di per sé retaggio di un passato di inerzia in materia, ha subito ulteriori ritardi dovuti alle pratiche incomplete che giacciono ancora oggi negli archivi dell’ufficio tecnico comunale. Dalle iniziali 4.300 pratiche di condono si è giunti ora al rush finale, relativamente alle ultime 1.500 domande che ancora attendono di essere integrate con la documentazione da parte dei relativi dichiaranti. La decisione della governance di palazzo De Fusco è volta sensibilizzare i cittadini a completare le richieste di concessione in sanatoria. L’ invito che segue quello lanciato pochi mesi fa, a febbraio, sempre rivolto a chi non ha provveduto a completare la richiesta di concessione. L’esigenza di definire le pratiche di condono è stata anche accompagnata da un’apposita campagna di comunicazione per spingere chi ha fatto domanda di condono a definire la propria situazione.
Marco Pirollo