Fatta questa dovuta premessa ci preme qui sottolineare il motivo per cui è stato scritto un libro avente un titolo in sé contemporaneamente drammatico ma pieno di speranza, a rappresentare la tragedia umana a cui potrebbero andare incontro circa 12 anziani che da un momento all’altro dovranno lasciare il Dentale, divenuta nel tempo la loro casa. Ma per andare dove e perché, questo non è dato sapere. E’ il triste destino di alcuni degli anziani (in tutto sono 24 i degenti dell’oasi di via Roma)
ospiti della struttura, disposto dal giudice dopo il sopralluogo dei Nas avvenuto nelle scorse settimane. La coordinatrice Gargiulo, gli operatori sui quali potrebbe abbattersi la scure dei licenziamenti, oltre i 7 già subiti nel dicembre 2007, chi del Dentale ha fatto la sua casa e i loro parenti, lanciano un appello al cardinale Crescenzio Sepe affinché i vecchietti non siano “sfrattati”. Un sos, ovvero una lettera firmata da oltre 200 persone sarà inviata alla Curia per chiedere di rispettare il testamento dei coniugi che volevano che la loro residenza, e le rendite dei loro possedimenti, fossero usate per la cura delle persone indigenti. <<I dodici anziani che a giorni verranno trasferiti in altre strutture non ospedaliere, sono malati solo di “anzianità”- dice la direttrice Gargiulo – avendo un’età compresa tra gli 80 ed i 97 anni e patologie croniche tipiche della loro veneranda età. Nelle strutture dove verranno accolti poi non sono previsti tanti servizi che loro invece hanno qui. Secondo il testamento lasciatoci dai Dentale gli anziani indigenti dovrebbero essere curati gratis, invece i nostri ospiti versano alla regione il 66% delle loro pensioni, in molti casi, misere, soldi che vengono spesi per altre emergenze e come se non bastasse la nuova legge regionale sui farmaci impone loro di pagare 1 e 50 per ogni prescrizione e 2 sulla ricetta, oltre ai 5 euro per le analisi e le visite. Ai miei ospiti, a volte, restano appena 20 euro al mese>>. Ma il paradosso più assurdo la dottoressa Gargiulo lo esterna a riguardo delle disposizioni dell’autorità giudiziaria:<<In questi giorni dovremo rispondere in sede penale del perché pagavamo, a spese della Fondazione, un medico per assistere i nostri ospiti anziani quando questi erano influenzati. E’ assurdo che dovremmo difenderci solo per aver assistito troppo e a costo zero, addirittura autotassandoci, i nostri anziani>>. Protagonista del libro è Vincenzo, ospite della casa-albergo, simbolo di questa storia drammatica, oggi 90enne, senza famiglia e senza pensione che, prima di giungere al Dentale, è vissuto per 50 anni tra la spazzatura nei pressi della stazione della Circumvesuviana. Oggi è una persona nuova, è amato e coccolato, ma è anche tra quelli che a giorni dovrà andar via. Hanno disposto che andrà al Frullone, ospedale psichiatrico, senza però soffrire di alcuna patologia psichiatrica, ha solo bisogno di vivere tra gente che gli voglia bene. Chi volesse alleviare le pene di questi poveri nonnetti, può affrettarsi in libreria ad acquistare il libro.
Claudio Di Paola