Il WWF allertato da numerosi cittadini scende in campo per capire i motivi del drastico taglio di numerosi alberi avvenuto nei pressi della piazza Matteotti di Sant’Agnello. Nel tardo pomeriggio del 26 ottobre sono stati eliminati 2 Platani, 3 Lecci, 6 Palme, 2 Brachychiton, che si aggiungono al Corbezzolo, ai Pruni, al Carrubo e ai diversi Biancospini già scomparsi nei pressi della piazzetta Angri dove, nel progetto definitivo di rifacimento dell’area, furono approvate dalla Soprintendenza diverse aiuole per nuovi alberi, aiuole puntualmente occluse a fine cantiere, posizionando cubi e fioriere al posto degli alberi previsti. Il WWF ricorda come il piazzale della Libertà sia ormai da anni al centro di uno strano crocevia di alberi morti, piantati, spiantati, acquistati e spostati senza precedenti. «Il Settore Verde Pubblico del Comune di Sant’Agnello – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – non sembra lesinare risorse nel commissionare perizie agronomiche atte ad accertare le sospette e gravi malattie degli alberi comunali e le successive costose operazioni di rimozione degli stessi. La cosa che rattrista di più è il dover constatare come taluni professionisti del “ramo” agronomico, si siano ridotti ad una sorta di “boia” delle piante. Essi puntualmente compaiono e rispondono agli appelli (a pagamento) quando c’è da mettere “nero su bianco” gravi patologie e malattie varie che farebbero degli alberi un serio pericolo per la pubblica e privata incolumità. Esistono alberi – prosegue d’Esposito – sul cui “tronco” pendevano ordinanze esecutive di abbattimento ad horas in quanto ritenuti “pericolosi per la pubblica e privata incolumità”. Invece le controperizie del WWF hanno dimostrato che non sussisteva alcun pericolo certo e dimostrabile e, dopo diversi anni, grazie agli ambientalisti, gli alberi si possono ancora ammirare al loro posto robusti, vivi e vegeti». Inoltre il WWF ricorda che le tonnellate di legna prodotte dal taglio degli alberi hanno un valore economico di mercato e costituiscono una risorsa appartenente alla comunità e, quindi, gli eventuali introiti della vendita andrebbero reinvestiti, magari proprio nel Verde Pubblico. Che fine fa invece il legname degli alberi eliminati? «La risposta più comune che ci viene data ogni qual volta si segano alberi – sottolinea Claudio d’Esposito – è che si tratta di legname marcio o senza alcun valore, peccato che ad osservare le motoseghe dei provetti tagliatori in tensione nel fare a pezzi i robusti tronchi, l’impressione che se ne ricava è ben altra». Il WWF ha chiesto all’Amministrazione di conoscere tutti gli atti prodotti per legittimare i tagli operati e quali siano le reali intenzioni nella futura pianificazione dell’area in questione.
Luigi Claudio Del Gaudio