Nello scorso gennaio, con grande clamore, veniva sancito pubblicamente l’accordo, anzi la pace fatta, tra i cittadini di Arola e la Giunta Cinque. Dopo la chiusura del plesso scolastico della scuola media e il trasferimento degli alunni a Fornacelle, la cittadinanza arolese era insorta e con la raccolta di oltre 1.500 firme, aveva dichiarato guerra al Sindaco Gennaro Cinque, accusato di aver stravolto l’assetto scolastico dell’intera città di Vico Equense. Per correre ai ripari il sindaco aveva perciò promesso l’ampliamento della scuola primaria arolese, in modo da ripristinare la situazione e riportare gli alunni delle medie vicino casa. Nella “serata di gala” dello scorso gennaio, il Sindaco, i funzionari comunali, l’assessore De Simone e una parte dell’oppo-sizione, congiuntamente, promettevano la realizzazione in tempi brevissimi delle nuove aule e pubblicizzavano con grande entusiasmo l’avvenuta approvazione di un progetto che avrebbe consentito di chiudere i lavori in pochissimi mesi. La cosa sembrava già fatta, con le nuove aule pronte all’uso già all’apertura del nuovo anno scolastico a ottobre 2010. Oggi, a quasi un anno da quella serata passata sull’onda dell’entusiasmo, tra un pubblico acclamante e gongolante e una Giunta dal sorriso a 360 denti, nulla si è compiuto. La scuola resta quella che era, di aule nuove nemmeno l’ombra. E ci si chiede: che fine ha fatto quel progetto? Non si può dire che l’amministrazione comunale in questi mesi se ne sia stata on le mani in mano. La gara di appalto dei lavori di ampliamento in realtà è stata bandita già nel mese di febbraio, ma è andata avanti tra alterne vicende fino all’aggiu-dicazione definitiva avvenuta solo il 9 settembre alla ditta REP Costruzioni di Caso Vincenzo & C di Vico Equense. Come mai tanto tempo? Nonostante la solerzia con la quale il bando era stato emesso sono subito sorte delle difficoltà. Infatti, non tutte le ditte avevano prodotto la documentazione necessaria richiesta dal bando. Tant’è che la stessa ditta Rep Costruzioni era stata esclusa per delle irregolarità. Mancava alla ditta l’attestazione SOA, ovvero un documento necessario a comprovare la capacità dell’impresa di eseguire opere pubbliche con importo superiore a 150.000 €. Fu perciò stabilito un tempo di dieci giorni per dare tempo a tutte le ditte deficitarie di documentazione di mettersi in regola. Nel successivo mese di marzo, la ditta in questione, e non solo, viene riammessa in gara. Bisogna però specificare che non tutti i membri della commissione erano d’accordo sulla riammissione. Secondo il geom. Langella, infatti, la ditta REP Costruzioni, non aveva prodotto materiale sufficiente. Tant’è che il presidente della commissione, il dott. Luigi Salvati, nella successiva riunione del mese di aprile, si picca di fare un corposo preambolo (quasi tre pagine del verbale) nel quale richiama alla ragionevolezza e al diritto alla più ampia partecipazione delle ditte e produce una serie di citazioni relative a risposte della Regione Campania e a sentenze del Tar. Dopodichè, nella stessa riunione, invita la commissione ad esaminare senza indugio le migliori offerte economiche giunte alla commissione dalle ditte riammesse. Dopo il tempo necessario all’esame delle proposte, tra i mesi di maggio e settembre, la gara viene infine aggiudicata, come già detto, prima provvisoriamente e poi definitivamente, alla RAP Costruzioni di Vico Equense, che totalizza il miglior punteggio tecnico ed economico.
Tutto fatto dunque? I lavori sono pronti a partire? Macchè! La ditta SA.MA Costruzioni Generali s.r.l., seconda per punteggio nella graduatoria delle aggiudicazioni, presenta un ricorso al TAR, in quanto parte lesa perchè ci sarebbero state delle irregolarità che non consentivano l’aggiudicazione definitiva alla ditta Rep di Caso Vincenzo.
Tutto fermo, dunque. Stop all’aggiudicazione e ai lavori in attesa delle decisioni del TAR La cosa curiosa è che si voleva attribuire all’opposizione, in particolare al Cons. del Pd di Vico Equense Pasquale Cardone, la responsabilità di eventuali ritardi nell’esecuzione dei lavori. Da più fonti informative partivano velate denunce di ostruzionismo, spacciando il giusto dissenso di Cardone verso un’opera pubblica costosa e inutile per polemica distruttiva frutto di esibizionismo. Agli abitanti di Arola, ancora senza scuola, il giudizio definitivo su questa storia. Che, come al solito, sembra costruita sul pressapochismo e, forse, anche sulla malafede di qualche funzionario del Comune.
Maria D’Ordia