Terzigno: dopo l’ordinanza antisversamenti in Cava Sari, la Provincia fa ricorso al Tar

Dopo l’ordinanza firmata dal sindaco di Terzigno Auricchio, che vieta lo sversamento in Cava Sari dei rifiuti per ragioni di igiene pubblica, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, fa ricorso al Tar. Ciò per verificare la legittimità di quanto il primo cittadino ha deciso, e afferma che il superamento dei CSC, non sono certamente riconducibili alla presenza della Sari, bensì potrebbe dipendere da altre discariche del Parco Nazionale, chiuse.

Inoltre durante il consiglio provinciale, ricordando che da gennaio 2011 la gestione dei rifiuti spetterà alla provincia, Cesaro anticipa la linea politica su cui giocherà: costruzione dei termovalorizzatori, raccolta differenziata, siti di compostaggio e individuazione di posti da adibire a piccole discariche. Entro sei mesi dovrebbe iniziare la costruzione del termovalorizzatore a Napoli Est, ma «se il governo introdurrà misure semplificative –afferma Cesaro- i mesi saranno tre».

Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro invece, non è minimamente preoccupato per la salute dei cittadini vesuviani. Si attiene alle analisi e fino a che non sarà accertata la causa dell’inquinamento delle falde acquifere, non vuole allarmarsi: «Sia l’Arpac che l’autorità sanitaria locale avevano detto che non c’erano rischi per la Sari, dal punto di vista sanitario». Quindi l’ordinanza fatta firmare dai cittadini al sindaco, secondo Caldoro, non ha motivo di entrare in vigore.

Anche il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella ritiene che questo documento non sia legittimo, perché l’inquinamento delle falde, potrebbe non essere causato dalla Sari, stando al documento redatto dal tecnico Michele Moscariello che ha fatto le analisi.

Le falde restano inquinate. E i cittadini sono ancora vittime di giochi burocratici.

Giovanna Sorrentino

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano