“Ho accolto la notizia con le lacrime agli occhi, lacrime di felicità e di liberazione, perché finalmente sono stato riconosciuto innocente. La mia assoluzione ha ridato rispetto e dignità a me stesso e alla mia famiglia. Resterò una persona umile e semplice che ha sempre dato tutto se stesso per la famiglia ed il proprio paese”. A commentare emozionato e rasserenato il proprio stato d’animo all’indomani dell’assoluzione conferita, è l’ex assessore comunale di Santa Maria la Carità Salvatore Cannavacciuolo, dopo quasi due anni di detenzione presso il carcere di Poggioreale. Arrestato la mattina del 27 Giugno 2008 e rilasciato lo scorso 21 Maggio, solo Venerdì è riuscito a mettere la parola fine ad un lungo e sofferente calvario con la piena assoluzione in Appello perché “il fatto non sussiste”. Visibilmente ancora scosso, lacrime agli occhi ed una voce tremante e a volte confusa che cercava di raccontare la verità della vicenda che l’ha travolto, Salvatore Cannavacciuolo è tornato a rivivere con serenità e tranquillità una nuova vita, libera da pesanti accuse e calunnie. Seduto fra le sue coraggiose figlie e insieme all’affettuosa moglie Anella, Salvatore Cannavacciuolo ha cercato di raccontare i momenti più buoi del lungo calvario che l’ha visto come innocente vittima per ventitre mesi: “Per mesi sono stato male per quello che stava succedendo. E’ stato come uno tsunami che ha stravolto la mia vita e quella della mia famiglia – ha spiegato Salvatore Cannavacciuolo – perché ho sempre lavorato onestamente e contribuito ad amministrare il mio paese con onestà e rispetto verso la legge e le istituzioni. Essere accusato di essere un camorrista o di favorire o avere legami di collaborazione, è stato un macigno per me, ancora più se il tutto è stato acceso a una semplice dichiarazione di una persona che nemmeno conoscevo tanto, alla fine rivelatosi un trafficante di droga. Con accuse, diffamazioni e calunnie verso me e la mia famiglia – continua l’assessore – considerate soprattutto attraverso i mass-media ed i quotidiani locali, ogni giorno sentivo sempre di più il mondo che mi cadeva addosso. Non nascondo che nei momenti più difficili, ho pensato anche di farla finita e di suicidarmi. Se oggi sono vivo e libero devo ringraziare soprattutto tutta la mia famiglia, mia moglie, le mie figlie e tutte quelle persone che hanno creduto in me e nella mia innocenza ”. Ad interrompere frequentemente il racconto di Salvatore, è Rosella assecondata dalla mamma Anella, la coraggiosa primogenita che ha sempre avuto speranza e creduto nell’assoluzione insieme all’altra figlia Nunzia: “Conosciamo molto bene nostro padre e sappiamo chi era e cosa ha sempre fatto. Purtroppo è stato coinvolto in questa faccenda a causa di accuse risultate false e ingiuste. Durante la detenzione ci sentivamo attraverso le lettere ed ogni volta era un emozione rivedere nostro padre. C’era molto dispiacere nel vedere nostro padre in quelle condizioni, soprattutto nel carcere di Poggioreale tenuto in pessime condizioni umane e igienico-sanitarie. L’arresto ci ha stravolto anche la nostra vita, tanto che siamo diventate forti e autonome per necessità. Ormai vivevamo per l’unico scopo di andare a Napoli e abbracciare nostro padre. E’ stata dura fino a quando i giudici non hanno pronunciato quelle attese parole dell’assoluzione. Il dopo è stato un esplosione di gioia, di commozione e liberazione. Per il tutto ringraziamo l’ottimo lavoro svolto fino ad oggi dai nostri legali, gli avvocati Nicolas Balzano e Claudio Davino ed il nostro ex parroco, don Carmine Del Gaudio, il quale ha sempre creduto nella sua innocenza, tanto da organizzare anche la “Veglia per la Città” per mio padre. Da allora ci siamo stretti alla fede e abbiamo sempre pregato incessantemente, tanto che oggi la nostra famiglia è più unita e forte di prima”. Infine l’ex assessore Salvatore Cannavacciuolo tiene ancora una volta a sottolineare la sua felicità per aver riacquistato la propria dignità ed il proprio rispetto: “E’ stata una dura esperienza che mi ha messo alla prova e segnato profondamente. Oggi mi ritengo una persona libera ed onestà, pronto a ricominciare daccapo la mia vita anche riprendendo da dove ho lasciato. Pur considerando le difficoltà ed i problemi che sta attraversando il mio comune di Santa Maria Carità, sento e penso che mi dedicherò maggiormente alla mia famiglia, la stessa che mi ha sostenuto ed amato in tutto questo tempo”.
Vincenzo Vertolomo