Per i sindacati degli scavi di Pompei l’accordo siglato nel 2006 con la Soprintendenza – che ha chiuso una lunga vertenza di lavoro e per il quale oggi ci sono 266 indagati per truffa ai danni dello stato dalla procura di Torre Annunziata – è pienamente legittimo. Lo affermano con forza Cgil, Cisl e Uil. “Siamo convinti – dice Ciro Mariano, in rappresentanza della Cgil – che tutto sarà chiarito, confidiamo nel lavoro della magistratura. Siamo certi che nessuna infrazione è stata commessa da parte nostra o dell’amministrazione che, anzi, con quell’accordo ha risparmiato molti soldi: il debito oggetto di quella vertenza era superiore ad 1 milione di euro. D’altra parte non si può pensare che il lavoro possa andare in prescrizione: nessun magistrato può condannare un lavoratore che ha svolto un lavoro per il quale non era stato pagato”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gianfranco Cerasoli, segretario nazionale della Uil: “Quell’accordo – dice – è legittimo. Ha fatto risparmiare risorse alla Soprintendenza ed ha esaurito una vertenza che si trascinava da anni. Se poi, nell’attuazione delle procedure dei corsi l’amministrazione ha sbagliato qualcosa, questo non è addebitabile ai sindacati: l’attuazione dell’accordo compete all’amministrazione, non ai sindacati. Inoltre, quell’accordo si componeva di più parti: i corsi di formazione erano solo un aspetto. Tra l’altro quell’accordo scaturisce da una conciliazione del 2004, approvato dalla Direzione regionale della Campania. Ma la magistratura fa bene ad indagare: è giusto che se rileva comportamenti censurabili li persegua. Siamo a disposizione dei magistrati”. “Benché io in quel periodo non svolgessi l’attività di sindacalista, l’accordo sottoscritto è legittimo” dice anche Antonio Pepe, attuale segretario della Cisl, che aggiunge: “Sono state seguite le indicazioni dei direttori generali e regionali del Ministero ed è stato ratificato anche dal consiglio d’amministrazione della Soprintendenza. Abbiamo fiducia nella magistratura, siamo certi che questa vicenda sarà chiarita attraverso le indagini”.
Marco Pirollo