II mito della nascita miracolosa del bambino redentore, diffuso in tutto il mondo, è stato infine consacrato ed elevato a dogma dell’Immacolata Concezione, da papa Pio IX nel 1854. Ciò nonostante, nel sentimento religioso, ufficiale e popolare, è ancora viva e palpitante la umana figura della Madonna come mamma di Gesù, donna reale, immersa nella vita del suo popolo. Ad essa forse, in modo non dogmatico, si ancora la tradizione popolare tutta stabiese di accendere falò, nella fredda vigilia dell’immacolata, attorno al quale recitare il rosario.
Infatti, la bisnonna Carolina raccontava ad un pronipote, che il rosario venne recitato sull’arenile stabiese, per la prima volta, da un infreddolito pescatore scampato ad un naufragio per grazia ricevuta dalla intervenuta come” mamma di tutte le mamme” che intercedono per i propri figli.
L’arch. Coppola, rappresentativo tecnico di Lettere e d’Arte , con delega al ” Turismo, Cultura, Beni culturali, Scavi, Edilizia sportiva, Manutenzione urbana ordinaria, Cimitero, Impianti a rete, Aree decentrate, Dissesto idrogeologico“ solo utilitaristicamente crede al racconto della bisnonna Carolina, siccome al solo buon fine di evitare lo scempio delle strade e degli arredi urbani si accinge a sradicare i luoghi della memoria religiosa del culto dell’immacolata, ancora presenti in alcune parrocchie cittadine , trasferendo i falò sull’ arenile.
Peraltro, trasformato già da tempo, in un anfiteatro dove svolgere manifestazioni di giochi e spettacoli , come l’ ultimo concerto di Gigi D’alessio , anch’esso ivi miracolosamente scampato ad un nubifragio, forse in virtù della sua magnanimità.
Al contrario delle precedenti e longeve amministrazioni, che nell’indifferenza dei cattolici che ne facevano parte, hanno finanziato a comitati di quartiere improvvisati, spettacoli effettuati nelle prossimità dei falò, svilendo in tal modo il senso della tradizione religiosa popolare che nell’ultima notte della novena dell’Immacolata, si raccoglieva in preghiera attorno ai falò per riscaldarsi, in attesa della messa delle ore cinque .
A tutt’oggi tale utilità è scomparsa, e le parrocchie (peraltro tutte riscaldate) alle 5 di mattina sono piene di fedeli della Madonna Immacolata. Per cui, il trasferimento dei falò sull’arenile non sradica per fortuna il sentimento religioso stabiese dell’Immacolata, vanto di alcuni popolosi quartieri, ma costituisce al contrario una dichiarazione di impotenza da parte dell’amministrazione a contrastare uno scempio ambientale perpetrato da teppisti che seppur residenti nei quartieri, non ne ricevono nè plauso nè consenso sociale. Nè tantomeno, l’assessore al turismo deve impiegare le poche risorse destinate alle festività natalizie, di cui l’Immacolata costituisce l’incipit, per organizzare spettacoli e manifestazioni riservate ad una parte della popolazione che del sentimento religioso ne fanno un pretesto per sfidare la legalità. Un concetto che l’assessore Coppola deve tenere bene a mente, la legalità si predica e si pratica !!! E nessuna autorità comunale, in questo momento storico, nell’adempiere al mandato ricevuto dai cittadini, deve mostrare IMPOTENZA NEL PERSEGUIRE L’ILLEGALITA’, da qualunque cittadino perpetrata.
L’IMMACOLATA DELLA SOLIDARIETA’: Ritorniamo alla madonna l’amore che abbiamo ricevuto
Con questo spirito cristiano e solidarietà sociale che impone l’obbligo di esternare il dissenso dei cittadini dei quartieri e dei fedeli sull’organizzazione dei falò dell’Immacolata, come finora sono stati fatti e come sono previsti in futuro, proponiamo che in spazi adeguati prossimi alle parrocchie siano istituiti dei falò simbolici, attorno ai quali i residenti ed i parrocchiani possano organizzare il trattenimento, con una provvista finanziaria del Comune e con le opere delle mamme, dei fedeli e dei residenti. Peraltro, nella propria autonomia ogni quartiere può anche contemporaneamente procedere alla raccolta di fondi, a favore dei figli stabiesi affidati alla madonna(come ad esempio, ricoverati in orfanotrofi, innocenti figli di carcerati colpevoli, per bimbi malati terminali in ospedale ed infine per i bimbi delle missioni) nonché a favore delle mamme in difficoltà (ragazze madri o donne che hanno subito violenza domestica, etc.).
Michele Cecere
Presidente associazione “Nuova Medusa”