Si è svolto ieri, presso la sezione di Sinistra Ecologia e Liberta a Castellammare di Stabia, il secondo appuntamento dello Stabia Social Forum. L’incontro, alla presenza di cittadini ma anche di gruppi dei Comitati antidiscarica, aveva come oggetto il ciclo dei rifiuti. “Arrivare ai rifiuti zero allo stato è difficile – ha esordito Tonino Scala, in Consiglio Regionale fino allo scorso aprile – ma è un obiettivo possibile. Esistono realtà virtuose che lo hanno raggiunto. Stasera non vogliamo solo discutere ma aprire un ragionamento, visto che la situazione della Campania potrebbe presto verificarsi anche in altre regioni”. Un modo diverso di intendere il ciclo dei rifiuti rispetto a quello sta facendo questo Governo Nazionale e Regionale: “si vuole trasformare l’Italia in un grande forno – denuncia l’esponente politico stabiese –. Oggi si vogliono individuare buche da riempire o costruire forni che bruciano tutto. Questa è una logica sbagliata, con la termodistruzione si pone la morte per legge. Ed è sbagliata anche la logica del commissariamento”. Ma dalla discussione di ieri sono emerse anche proposte concrete che il centro sinistra al governo cittadino, provinciale e regionale aveva provato ad avanzare: “A Castellammare avevamo provato a costruire un impianto di compostaggio – ha spiegato Scala –, avevamo individuato il luogo ed era stanziato il finanziamento. C’era anche un impegno concreto della Regione, ma non abbiamo avuto l’autorizzazione dal commissario Bertolaso”. Infine, un accenno alla situazione napoletana: “Siamo contro la provincializzazione del ciclo dei rifiuti, ma siamo favorevoli alla costruzione di un impianto di compostaggio per l’umido a Napoli est. Certamente, non si può costruire un termodistruttore a San Giovanni”. Non solo politica, dunque. Anche perché i veri protagonisti del secondo incontro dello Stabia Social Forum sono stati quelle donne e quegli uomini che portano sulla propria pelle gli effetti infausti di una discarica mortale. “A Boscoreale, Boscotrecase, Terzino – ha illustrato Giovanni D’Amato, del Comitato per la difesa del territorio – c’è una situazione esplosiva perché si deroga alle leggi. Abbiamo subito sul nostro territorio le peggiori vessazioni. Si è passati dalle discariche gestite dalla camorra alle discariche gestite dallo Stato, ma allo stesso modo della criminalità organizzata. Adesso basta, però. Vogliamo riprenderci il nostro territorio e non siamo facinorosi”.