Boscoreale: salta nuovamente il consiglio comunale sui “rifiuti zero”

Martedì 30 novembre a Boscoreale è saltato il consiglio comunale che il sindaco Langella aveva indetto. Era tutto preparato, anche le transenne che separavano i cittadini e le istituzioni comunali, per evitare situazioni spiacevoli come l’ultima volta, quando  è stata appresa notizia che il primo cittadino non si sarebbe presentato, perché stava sbrigando con il ragioniere delle pratiche per il pareggio del bilancio del comune. Nell’agenda del sindaco oggi non erano previsti come priorità la discarica e i suoi cittadini.

In realtà dopo il primo appello, anche con l’assenza del sindaco, il consiglio si sarebbe potuto tenere, dal momento che erano presenti undici consiglieri comunali. Al secondo appello, hanno risposto nove: altri due erano usciti fuori dall’aula consiliare e il consiglio non si è tenuto.

I cittadini hanno espresso il loro dissenso con fischi e strepiti. È infatti la seconda consulta comunale che salta nelle ultime due settimane.

Il sindaco Langella aveva affermato che alla prossima riunione si sarebbe parlato «dell’adesione del Comune di Boscoreale al protocollo “verso rifiuti zero entro il 2020”». Negli ultimi giorni è iniziata la distribuzione porta a porta delle buste biodegradabili necessarie per la raccolta dell’umido. Se la raccolta differenziata a Boscoreale funziona al 54%, il famigerato “tal quale” proveniente dagli altri paesi, viene ancora sversato nella discarica di Cava Sari, che dovrebbe ospitare solo secco indifferenziato. Nella sera di mercoledì 24 novembre i cittadini hanno bloccato alcuni autocompattatori, che contenevano anche pneumatici di motorini, aiutati dal dirigente delle forze dell’ordine.

Intanto, da quanto si legge nel decreto legge 167, che modifica la legge 123/2008, “considerato che il permanere di una situazione di elevata criticità nel settore dei rifiuti nel territorio della regione Campania impone di definire con urgenza misure atte ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti urbani senza soluzione di continuità; ritenuta altresì la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per accelerare la realizzazione di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti ed incrementare i livelli di raccolta differenziata”, sono soppresse le discariche di Andretta (AV), Cava Vitiello (NA) e Serre (SA).

Inoltre è stato affidato a Caldoro, il Presidente della Regione Campania, il compito di nominare i commissari straordinari che garantiranno “la realizzazione di impianti destinati al recupero, produzione o fornitura di energia mediante trattamenti termici di rifiuti” e provvederanno “ad individuare le aree occorrenti”.

I rifiuti aventi codice CER 19.05.03 potranno essere impiegati come “materiale di ricomposizione ambientale per la copertura  e la risagomatura di cave abbandonate e dismesse, di discariche chiuse ed esaurite, ovvero quale materiale di copertura giornaliera di impianti di discarica in esercizio”. In realtà i rifiuti aventi codice CER 19.05.93, sono considerati, ai sensi del decreto legislativo 22/1997 un vero e proprio rifiuto, e non può essere riutilizzato. Se la Cava Vitiello è dismessa quindi, potrà accogliere questi rifiuti. Verrà aperta o no?

Dopo la firma del Quirinale del decreto legge 167, il Premier Silvio Berlusconi è giunto a Napoli, e afferma: «In quanto tempo questa città potrà essere “guarita” dai rifiuti? In due settimane». Il Presidente del Consiglio annuncia che un altro miracolo avverrà in Campania? Sempre a Napoli avviene la smentita di quanto affermato dalla Lega, di non voler accettare i rifiuti campani nelle regioni da loro governate: «La Lega non dirà no alla richiesta d’aiuto per i rifiuti di Napoli. Ho parlato con i governatori del Veneto e del Piemonte e l’atteggiamento è diventato positivo».

L’assessore all’igiene del comune di Napoli, Giacomelli, ha fiducia nelle parole del Presidente del Consiglio e dice anche: «Arriveranno trenta autocompattatori dalle città di Roma, Firenze, Bari, Torino e Milano per smaltire i rifiuti di Napoli». In più è prevista l’apertura di un’altra discarica a Salerno, per tamponare l’emergenza, e la Puglia accoglierà la frazione umida tritovagliata. Anche Cesaro e Caldoro sono fiduciosi riguardo l’appoggio delle altre regioni, ma il Presidente della Regione Veneto, Zaia, della Lega Nord smentisce Silvio Berlusconi e reclama il suo secco “NO”, ad accogliere i rifiuti campani, anche solo momentaneamente.

Lunedì 29 novembre è arrivato il leader dell’Italia dei Valori, Antonio di Pietro, sulla rotonda “4 giugno”, in via Panoramica, che in merito all’emergenza dice: «L’Italia dei Valori, dice no alla costruzione di altri inceneritori in Campania, sì alla raccolta differenziata e ai siti di compostaggio. Per ora la regionalizzazione dei rifiuti serve per cominciare a cambiare lo stato delle cose, e i cittadini devono attendere altri tre anni e sacrificarsi ancora un po’ per raggiungere i “rifiuti zero”. Cava Sari, non doveva essere aperta in un centro abitato, le discariche si aprono in zone fuori dai centri abitati, e con meno densità di popolazione». Inoltre aggiunge: «Non condivido il comunicato stampa in cui il Procuratore di Nola, Mancuso, intima al sindaco di Terzigno di revocare l’ordinanza in cui bloccava gli sversamenti in Cava Sari».

Intanto i cittadini, martedì 30 novembre hanno abbandonato la sede del Comune di Boscoreale, che avevano occupato all’inizio della settimana, per protestare contro il ritiro dell’ordinanza del loro sindaco che vietava il transito dei camion nel territorio di Boscoreale.

Giovanna Sorrentino

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano