È fissato per giovedì l’incontro tra Regione Campania e centri privati. Troppo tardi però per scongiurare la serrata del 9 e del 10 per il mancato rispetto degli impegni da parte dell’Ente di Santa Lucia. La sanità privata è al collasso, si denuncia da tempo. A rappresentare la Regione al tavolo con le associazioni di categoria e le banche interessate, il subcommissario Giuseppe Zuccatelli e il senatore Raffaele Calabrò, oltre al capo di gabinetto del governatore Caldoro, Danilo Del Gaizo. A quest’ultimo i privati chiedono l’applicazione del provvedimento di ristrutturazione del debito, redatto da Zuccatelli e approvato dal ministero dell’Economia. In questo modo, le Asl rilascerebbero le certificazioni di credito con cadenza trimestrale. Le ire delle associazioni sono concentrate soprattutto sulla Napoli 1, la più indebitata, totalmente ferma al momento. In stato di agitazione anche i farmacisti per la questione del miliardo assegnato dal governo, che dovrebbe essere accreditato materialmente nei prossimi giorni. Il presidente di Federfarma Michele Di Iorio denuncia la difficoltà persino nell’approvvigionamento dei farmaci per il blocco delle linee di credito da parte di banche e finanziarie. Al coro si aggiunge anche Farmindustria che in una nota spiega: «Le gravi difficoltà per il mancato pagamento dei debiti mettono a rischio la disponibilità dei farmaci sul territorio. Difficoltà che coinvolgono anche le aziende». Per Farmindustria, i ritardi di pagamento delle forniture alle strutture ospedaliere raggiungono in Campania i 374 giorni (la media nazionale è di 233) a fronte di una direttiva europea che fissa un obbligo di pagamento a sessanta giorni.
Antonio Averaimo