Se per magia Castellammare di Stabia, uno dei centri più grossi della provincia di Napoli, 18 chilometri quadrati di superficie e 65 mila abitanti, si riducesse alla sola Piazza Giovanni XXIII quella, per intenderci, di fronte Palazzo Farnese sede del governo della città, l’attuale sindaco Luigi Bobbio (PdL) verrebbe eletto amministratore pubblico dell’anno. Mentre la città affoga letteralmente nei rifiuti, l’aria è irrespirabile per i frequenti roghi di spazzatura, l’emergenza sanitaria ha raggiunto livelli preoccupanti, gli esercizi commerciali sono in ginocchio e tutto sembra essere perduto, il sindaco che fa? Ripulisce i cassonetti di Piazza Giovanni XXIII. Il Primo cittadino avrà pensato che affacciandosi dal bel balcone di Palazzo Farnese, inghirlandato dal tricolore e dalle luminarie natalizie, e non vedendo i cumuli di monnezza che appestavano tutta l’area, per il principio del “lontano dagli occhi lontano dal cuore”, la città diventerà ordinata, pulita e decorosa, così come da lui sognata. La realtà purtroppo è diversa ed è lampante, il sindaco Bobbio riesce a governare solo la piazza antistante il comune. «Questa cosa era già capitato nei mesi scorsi» commentano sconsolati e sfiduciati alcuni passanti ed aggiungono «Che il decoro urbano venisse ripristinato solo sotto al balcone del sindaco non è una novità. Nei mesi scorsi, ad esempio, sono stati piantati numerosi bossi per sostituire quelli lasciati seccare per mancanza d’acqua durante il periodo estivo, l’intervento ha riguardato solo le fioriere di Piazza Giovanni XXIII, mentre li restante verde pubblico cittadino versa ancora in condizioni pietose». Come dar torto ai cittadini che inveiscono e maledicono la politica, se chi amministra il bene pubblico non riesce a farlo in modo uniforme e paritario, ma si limita a ripulire egoisticamente lo “spiazzo antistante casa”. Per fortuna la democratica monnezza già si è messa all’opera e possiamo scommettere che in breve tempo i cassonetti del sindaco saranno nuovamente stracolmi e puzzolenti.
Ferdinando Fontanella