«Chiediamo al nuovo soprintendente di demolire al più presto quei due mostri». Antonio Irlando, responsabile dell’Osservatorio Patrimonio Culturale, lancia un nuovo appello per la salvaguardia degli Scavi di Pompei. Stavolta, nel mirino dell’OPC è finito un altro scempio perpetrato all’interno del sito archeologico più famoso al mondo. Si tratta di due capannoni che sarebbero serviti ad ospitare locali per il personale degli Scavi, i cui lavori sono stati appaltati tre anni fa, sono iniziati e mai terminati. «L’area archeologica di Pompei – spiega Irlando – è prepotentemente deturpata dalla presenza di due ruderi ingombranti ed ormai arrugginiti di invadenti ed inutilizzati edifici di circa duemila metri quadrati, la cui presenza, ormai ingiustificata, è palesemente in contrasto con l’ambiente e il contesto archeologico». Per questo motivo, l’Osservatorio ne chiede la demolizione immediata come primo atto della nuova Soprintendente Teresa Cinquantaquattro, che dal primo gennaio guiderà la Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei. Ma cosa sono questi due capannoni? La loro costruzione è iniziata da oltre tre anni e non è mai stata portata a termine da parte della soprintendenza archeologica di Pompei che appaltò i lavori di realizzazione con un finanziamento di 2.080.598,79 euro. Secondo quanto indicato nel bando di gara, la cui scadenza per la presentazione delle offerte era il 20 agosto del 2007, si prevedeva la “Realizzazione di edifici provvisori polifunzionali nell’area ad est di Porta Stabia in Pompei Scavi”, i cui lavori furono aggiudicati il 31 ottobre del 2007, precisando, nell’occasione, anche la loro esatta finalità riguardante “l’esecuzione lavori e forniture di opere edili e impiantistiche per la realizzazione di edifici destinati a locali spogliatoi e servizi igienici per il personale addetto ai Servizi di vigilanza negli Scavi di Pompei”. I lavori sono andati avanti per alcuni mesi, arrivati a buon punto, e poi improvvisamente interrotti. Di quell’importante opera strutturale restano solo due capannoni abbandonati, avvolti dalla vegetazione, e posizionati in una zona non ancora scavata dell’area archeologica. Dunque, potrebbero addirittura sorgere su altre strutture dell’antica Pompei mai cercate. «I due edifici in metallo – aggiunge Antonio Irlando – sembrano due capannoni industriali che sorgono all’interno del perimetro dell’area archeologica, in un’area non ancora scavata della “Regio Prima”, tra l’area dei Teatri e dell’Anfiteatro. Questi si trovano a ridosso di case romane di particolare pregio tra cui la “casa del Menandro”, la “casa della Nave Europa” e la casa conosciuta per la presenza del cosiddetto “Orto dei fuggiaschi”. Analizzando il posizionamento delle due strutture e quello delle domus – conclude con un appello il responsabile dell’OPC – chiediamo l’immediato intervento della nuova soprintendenza: quei capannoni incompleti vanno abbattuti».
Dario Sautto