Ercolano, il degrado del monumento ai caduti di piazza Trieste

Continuano ad imperiare insulse scritte sul monumento ai caduti situato ad Ercolano nella centralissima Piazza Trieste. La statua, già parzialmente danneggiata nella parte posteriore dall’esplosione di un petardo anni addietro, dovrebbe rappresentare il simbolo di un sacrificio senza tempo ne colorazione politica in difesa dei più alti ideali che animano la Repubblica. A giorni dall’attentato in Afghanistan che è costato la vita ad un militare italiano in forza agli Alpini la gente di Ercolano si interroga sulle cause a monte di un mancato intervento di riqualificazione del monumento promesso sulla carta da anni. Non si tratta di polemizzare con alcuno ne di “rispolverare” patriottismi e gesta epiche: al contrario si cerca umilmente di onorare la memoria di chi è caduto perché noi potessimo vivere in un mondo libero , in un sistema sociale che consentisse all’essere umano di non vergognarsi del colore o del credo religioso in nome di una fratellanza “globale” che di fatto ha negli ultimi anni cambiato la storia del mondo. “Chi non rispetta il passato – hanno commentato i cittadini – non può realizzare alcun che di valido nel presente. Fidando nell’opera professionale e coscienziosa del sindaco Vincenzo Strazzullo siamo certi che in tempi rapidi si procederà al ripristino di un monumento particolarmente caro alla città di Ercolano. Siamo determinati a trasmettere valori ed ideali alle nuove generazioni al fine di motivare le stesse in un iter formativo che consenta ai nostri ragazzi di riempire “qualitativamente” la propria esistenza. Il progresso passa anche attraverso la conoscenza del passato e delle tradizioni storico – culturali legate ad esso: lanciamo un appello alla comunità tutta affinché si monitorizzi con maggiore attenzione lo stato di conservazione  delle opere d’arte in città e dei simboli statici della nostra Repubblica di cui il monumento ai caduti situato in Piazza Trieste è lapidaria testimonianza”. La gente crede nelle proprie origini, nel sacrificio degli ercolanesi che sono caduti nel corso delle due guerre mondiali sul campo con dignità e senso del dovere. Eroi? Forse, ma certamente individui che avevano ben chiaro il concetto di Patria, di onore e di rispetto per le proprie origini etniche. In un momento di particolare analisi  interna quale quello attraversato dalla cittadina vesuviana simili testimonianze di sensibilità civile appaiono determinanti: Ercolano è viva e lo dimostra l’attenzione della gente comune per questioni forse in passato erroneamente ritenute “marginali” da qualche poco attento amministratore locale. Che sia questo dato significativo segnale di rinascita per una “perla” del palinsesto turistico campano?

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.