“Dobbiamo sentire il peso di ogni ragazza o ragazzo che va via da questa terra per trovare lavoro – si legge dal manifesto. Ognuno di quei viaggi è un fallimento, non solo per la politica ma per tutta la nostra cittadinanza. Se non siamo in grado di intrattenere una generazione che si impegna, che studia, che ha voglia, non ci sarà futuro per qualsiasi altro progetto di cambiamento di questa città”.
Un modo per dire “siamo stanchi di stare ai ricatti”. «La questione del lavoro nero – afferma Riccardo Volpe, portavoce dei giovani Sel di Pozzuoli – è ormai una piaga nella nostra città. Pensiamo ai tanti ragazzi e alle tante ragazze che “lavorano” nei negozi del centro storico, molti senza contratto, con circa dieci ore di lavoro al giorno dal lunedì al sabato, per quattrocento euro al mese o a chi va il sabato e la domenica nei pub e nei ristoranti di Pozzuoli. Molti di noi sanno cosa vuol dire lavorare per mantenersi gli studi, sanno cosa significa sentirsi dire quotidianamente “se vai via tu ne trovo altri cento”, ma questa storia deve finire. Non possiamo accettare – continua Volpe – che i giovani del nostro territorio vengano sfruttati e umiliati in questo modo».
La richiesta, infatti, è quella di istituire un osservatorio permanente sul lavoro nero, che premi le aziende ed i locali commerciali che dimostrano di avere personale in regola.
«Non è vero – continua Volpe – che non c’è scelta, che o si lavora a nero o non si lavora proprio. La verità è che i proprietari di bar, ristoranti, pub ed esercizi pubblici hanno deciso di guadagnare sempre di più e non spendere “quattro soldi” a fine mese per un contratto regolare, poi capitano i tragici eventi e tutti siamo pronti ad accusare e puntare il dito. Ci sono esercenti che mettono a posto i dipendenti e guadagnano lo stesso. Sembra che gli amministratori, negli anni, abbiano avuto gli occhi coperti, facciano finta di niente. Non credo che non siano a conoscenza di quanti ragazzi lavorano a nero solo nel centro storico di Pozzuoli, sarebbe paradossale. Noi – conclude Riccardo – abbiamo deciso di schierarci, si, dalla parte di chi è più debole, di chi è senza contratto e abbiamo intenzione di far rispettare i diritti ed i doveri. Per questo chiediamo alla futura coalizione che tenga conto delle tante esigenze dei giovani, in primis quella di lavorare regolarmente per costruirsi un futuro».