Princess fur

Entrata nel guardaroba femminile solo alla fine dell’Ottocento, la pelliccia ha conosciuto alterne vicende sulle passerelle del pret-à-poter. Chi non ricorda le top degli anni Novanta, nude, per le molte campagne animaliste? Tra queste peraltro, Naomi Campbell, che suscitò uno scandalo notato da pochi, quando, durante la settimana della moda milanese autunno/inverno 2004/05, sfilò con più di un cappotto di morbido e avvolgente pelo. A sua discolpa va detto che, in effetti, per molte donne è davvero difficile resistere alla pelliccia, al suo calore, alla sua morbidezza, alla sua sensualità  maliarda. Ed eccola (ri)tornare sulle passerelle per affermarsi come grande protagonista dell’abbigliamento invernale. Che si tratti di un mini bolero, di una giacchina corta con maxi collo vaporoso o di un paio di polacchini con inserti di suede poco importa: l’importa è pelliccia ovunque.  Nessuna porzione dell’outfit deve essere risparmiata  da questa morbida e calda invasione. Non solo capispalla, ma anche accessori decisamente preziosi sui quali si stendono i colori della terra. Le nuances variano dal marrone scuro al bianco latte- Moncler Gamme Rouge-, giocando con sfumature eleganti- Maison Martin Margiela e Fendi-, tra cui non manca l’intramontabile maculato- Albino- e il total black da vera ladylike-Valentino-.

Accanto alle tante proposte moda, la pelliccia classica mantiene intatto il suo fascino. Il corto bolero scivola allora sull’abito da cocktail, mentre l’ampio cappotto in cincillà e zibellino resta prezioso.

Capo cult, prevedibile, il gilet in pelliccia: da quello folto a pelo lungo di ispirazione Seventies, a quello più quotidiano sottile e rasato. Oppure di montone, caldo e adatto anche con i jeans.

Pelliccia dunque. Comunque calda. Elegante, ma politically incorrect. Destrutturata. E perchè no vintage. Pronta a dar  vita ad un nuovo charme.

M.Chiara D’Apolito

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