Il Comune di Torre Annunziata aveva versato un cospicuo rimborso non dovuto delle spese legali sostenute da un dipendente comunale accusato di pedofilia, e poi assolto. Adesso, però, la Corte de Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Campania presieduta da Fiorenzo Santoro, ha condannato 13 dipendenti comunali a risarcire il Comune oplontino per il danno derivato dal quella che è stata considerata una “illegittima ed illecita corresponsione”. Il signor S.L., custode presso la Scuola Elementare del Terzo Circolo Didattico di via Isonzo di Torre Annunziata, era stato coinvolto in un processo penale abusi sessuali su minori: la sua posizione rinviato a giudizio e poi assolto in entrambi i gradi del processo penale, non è stata trovata alcuna connessione tra i reati ed il servizio di custode da lui espletato presso l’Istituto Scolastico torrese. Infatti, gli episodi si erano svolti in vari e diversi luoghi (per lo più le abitazioni dei soggetti autori degli abusi e di loro parenti ed affini) e solo in misura trascurabile presso lo scantinato dell’Istituto scolastico, dove i pedofili si recavano con i bambini da molestare transitando non dall’ingresso principale ma da passaggi secondari. Il custode, poi, aveva chiesto al Comune di Torre Annunziata il rimborso delle spese legali sostenute per difendersi dalla accuse, soldi che gli erano stati corrisposti anche per la complicità di 13 dipendenti comunali. Il 2 agosto 2005, l’ente comunale ha citato in giudizio i suoi dipendenti. Lo scorso 18 novembre, i 13 comunali C.I., P.I., A.A., T.S., F.M.C., B.C., A.P., C.C., A.F., F.V., C.P., V.M., M.D.A. e D.S. (queste le iniziali dei condannati) sono stati condannati al risarcimento di 44mila euro ripartiti in percentuali, secondo le responsabilità di ognuno.