Stop alle discariche a partire dal 2014, cinque termovalorizzatori, stir trasformati in impianti di digestione anaerobica, raccolta differenziata al 50 per cento: questi i punti cardine della terza bozza del piano regionale per la gestione dei rifiuti solidi urbani, inviato a Bruxelles dall’assessorato all’Ambiente il 14 febbraio. Così si apre il fascicolo: «Questo documento è stato preparato dal dipartimento di scienze ambientali della Seconda università di Napoli per conto e su richiesta della Regione Campania. Allo stato attuale questo documento è una bozza, che acquisterà dignità di proposta definitiva entro il mese di marzo del 2011». 234 pagine in cui si analizzano tutte le fasi del ciclo, si prospettano soluzioni alternative e si indicano quelle ritenute più appropriate. Nessun accenno, tuttavia, agli interventi immediati che l’Ue pur chiede. Il piano si propone quota 50 per cento di differenziata e diverse soluzioni per lo smaltimento delle 7461 tonnellate dei rifiuti prodotte giornalmente dai cittadini campani, quota che si dimezzerà quando saranno raggiunti gli obiettivi indicati dal documento. Tuttavia, avvertono i ricercatori del dipartimento di scienze ambientali, attualmente solo il 15 per cento del materiale raccolto in maniera differenziata viene effettivamente riciclato. In media in Campania il 50 per cento finisce in discarica. Bisognerà dunque migliorare la qualità dei materiali prodotti in modo da poterli effettivamente riutilizzare. Il secondo obiettivo fissato è la trasformazione dei cosiddetti stir, che potranno diventare impianti di digestione anaerobica e saranno destinati a lavorare la frazione umida derivata dalla differenziata. Si partirà probabilmente dagli stir di Casalduni e Santa Maria Capua Vetere per poi intervenire su quelli di Giugliano e Pianodardine e a seguire Caivano, Battipaglia e Tufino. Anche qui nessun riferimento alle date richieste dall’Europa. Gli impianti si affiancheranno a quelli di Salerno, San Tammaro, Giffoni, Eboli che dovrebbero tutti aprire entro quest’anno. L’unica struttura già in funzione è quella di Teora. Gli stir potrebbero anche essere riconvertiti per trasformare le balle in Cdr di qualità: proprio quello che avrebbero dovuto fare nel 2000 quando furono inaugurati. Per la parte che riguarda i termovalorizzatori, il piano sembra accogliere la proposta avanzata dal presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, che ha chiesto di avere un proprio impianto. Non a caso il professor Umberto Arena, assessore alla provincia di Caserta, è uno degli estensori del piano. Tutti i termovalorizzatori bruceranno tal quale, ad eccezione di quello di Acerra che probabilmente continuerà a lavorare la frazione secca in arrivo dallo stir di Chiaiano.
Antonio Averaimo