Sarabanda di nomi per la corsa alla scomoda poltrona di Palazzo San Giacomo. L’ultimo nome, dopo le accese diatribe all’interno del Pd, in pol position è un “pompiere”, Mario Morcone, direttore nazionale dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità e in precedenza capo dipartimento nazionale dei vigili del fuoco. Non è d’accordo l’Italia dei Valori che insiste sul nome di Luigi De Magistris che propone una lista civica aperta ad altri movimenti. Intanto è in pericolo il prosieguo dell’attuale amministrazione cittadina. Trenta consiglieri in attesa del trentunesimo presenteranno la sfiducia alla giunta con lo scioglimento del consiglio, a meno di tre mesi dalla scadenza naturale. Amaro il commento del sindaco Iervolino l’unico errore aver scelto qualche assessore sbagliato.
Il filosofo Biagio de Giovanni in una convention tra intellettuali ha dichiarato: “Mi preoccupa l’aria di antipolitica che sta tirando. Io che ancora invoco, nonostante tutto, la politica come professione, sono preoccupato per il fatto che ogni futuro candidato alle prossime elezioni comunali che venisse dalla politica, vada deprezzato e messo da parte”. Il caso del Pd con nomi di tutto rispetto da Andrea Cozzolino europarlamentare ad Umberto Ranieri ex sottosegretario a Libero Mancuso ex magistrato a Nicola Oddati, assessore al comune presentatisi alle primarie che si sono concluse con accuse e sospetti di imbrogli. Fallita la candidatura del magistrato Raffaele Cantone ecco venir fuori il nome di Morcone, con esperienza al comune di Roma come commissario prefettizio, dopo le dimissioni di Veltroni.
Per la destra la candidatura del ministro Carfagna, sostenuta dal premier Berlusconi è stata contestata dai coordinatori cittadini che sostengono esponenti locali. L’ex ministro Mastella si fa avanti in ogni contesto ma con scarso appoggio. Civilcrazia, movimento nazionale che raggruppa quattromila associazioni, propone un modo nuovo di rapportarsi con i cittadini. Da parte dei candidati sottoscrivere requisiti irrinunciabili e assolutamente non derogabili.
Per il primo cittadino di ferro acque sempre più agitate. Dei sessanta consiglieri eletti, almeno una ventina, hanno cambiato linea politica passando da un partito all’altro, scombussolando gli assetti iniziali. Riconoscere l’appartenenza del proprio candidato per il cittadino napoletano è cosa assai ardua. Il poliedrico Pietro Mastranzo, nel corso della tormentata legislatura ha cambiato otto partiti, dall’Udc è passato al Misto, poi ad Iniziativa Popolare, alla Margherita, a Pd, Udeur, Popolari per il Sud per approdare a Forza Italia ormai partito confluito nel Pdl. Anche Roberto De Masi non è stato da meno con un andirivieni poco invidiabile da Misto a Sdi di nuovo Misto, Pd ancora Misto, Udc, Fli.
In questo periodo i gruppi consiliari sono 18 con relative spese e sedi a carico della municipalità. Gli altri consiglieri “ballerini” che hanno cambiato, si fa per dire solo cinque volte, sono Raffaele Scala; Ciro Varriale; Ciro Monaco; Mariano Malvano. Quattro volte: Vincenzo Ruso, Salvatore Galero; Alfredo Giordano. Su tre partiti invece Carlo Migliaccio; Francesco Minisci; Fabio Benincasa; Mario D’Esposito; Achille De Simone; Antonio Funaro; Emilio Montemarano; Francesco Moxedano; Salvatore Parisi; Carmine Simeone; Diego Venanzoni.
Il sindaco Jervolino in merito al nuovo candidato, in attesa di ratifica, Mario Morcone, ha detto: “Certo non è un politico il mio amico Mario – posso solo dire che è più facile gestire la guerra in Kosovo che questo manicomio di Napoli. Però è persona dal pugno fermo e dal guanto di velluto”. La Iervolino ha ricordato che è stata lei, da ministro degli Interni a nominare Morcone vicecommissario Onu per la guerra nella ex Jugoslavia.
Mario Carillo