D’Alema a Napoli: “Morcone è un servitore dello stato estraneo alle lacerazioni di partito”

E’ arrivata l’ora del Pd: Mario Morcone finalmente si presenta e si candida ufficialmente a sindaco di Napoli.

Insieme all’ex premier Massimo D’Alema, nella sala Dione della Stazione Marittima, gremita per l’occasione, erano presenti tra il pubblico numerose autorità: Antonio Bassolino e Andrea Cozzolino su tutti.

Gennaro Iarino, docente di urbanistica, è una delle personalità che ha scelto di sostenere Morcone: senza mezzi termini ha chiesto chiarezza rispetto al passato napoletano” . Consiglia poi ai più vecchi di “restare in panchina” e accenna a un provvedimento concreto, la necessità del pagamento del debito cittadino regresso.

Spazio anche per il presidente della Federazione Pensionati, Pasquale Orlando e per un contestato,  perché forse fuori luogo, intervento cabaretistico della attrice comica Rosalia Porcaro.

Mario Morcone non perde tempo a presentarsi : ha lavorato con i vigili del fuoco, ha ricoperto un incarico amministrativo(assegnatogli dallo stesso D’Alema)in una città a nord del Kosovo per proteggere le minoranze serbe e dichiara : “Non ha mai militato in nessuna forza politica” anche se nei giorni scorsi ha affermato ai giornali di “non far mai mancare gli auguri di Natale a Ciriaco De Mita”.

“Per quanto mi riguarda sono contrario alla demagogia dell’anti-partito, il senso comune per me significa un rapporto virtuoso con i cittadini. Soprattutto però – continua il prefetto – riabilitare quella categoria di donne che nella nostra città ha gravi problemi”. Sui provvedimenti a breve termine : “Napoli è una città che necessita di grandi opere, ma l’attuazione del piano regolatore, e il monitoraggio della raccolta differenziata, sono essenziali. Insomma – conclude – Napoli non deve morire di prudenza”.

L’ex premier e attuale presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Massimo D’Alema, avverte subito la necessità di “non farsi trascinare dal fatalismo e dalla sfiducia”, ammette che “le primarie di Napoli sono state il momento dove la lacerazione del partito è venuta alla luce”.

Sul diretto concorrete De Magistris: “E’ debole e divide, mentre Mario (Morcone) si presenta come un servitore dello stato estraneo ai conflitti e alle lacerazioni. Morcone può essere l’uomo intorno a cui ci si potrebbe riunire tutti. Altrimenti varrà la proposta di Di Pietro. L’ipotesi di un ballottaggio infatti è fortemente reale – continua il presidente – Avremo a Napoli una campagna elettorale a due turni: Morcone è in grado di aggregare la gran parte delle forze democratiche della città e delle forze politiche”. Il riferimento va all’Udc di Casini.

Nel corso del suo intervento non si tira indietro dallo scaricare, su chi doveva regolare diatribe interne al partito, gran parte della responsabilità del fallimento. Una battuta su Lettieri, possibile candidato del centro destra: “Non è un candidato invincibile: rappresenta uno dei poteri ben conosciuti di questa città, ma ho l’impressione che abbia qualche difficoltà ad unire intorno a sé perfino il suo mondo”.

Mario De Angelis

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