“Semplicemente” giacca

Rieccole!

Le giacche sono ancora tra noi . E non hanno nessuna intenzione di andarsene. Mantengono i segreti (spalle piccole e fianchi larghi ). E sono ospiti gradite: dopo tre giorni le metti ancora . E per sempre .

Le giacche migliori della nostra storia ? Be’, vediamo , un po’ alla rinfusa . Quella Chanel ( alma mater della giacca femminile ), ovvio , che sa aggiornarsi ( non per niente, oggi, sta benissimo addosso alle jeunesse filles-en-fleur , monegasche e non ), senza tradire una fluidità comoda molto maschile.

La sensuale bar jacket di Christian Dior (ripresa da Galliano) , che nata pensando alle signore che sorseggiavano il cocktail al tramonto sugli Champs Elysées , dona la guizzante vita strizzata memore di opulenti fasti del New Look del dopoguerra . In tempi più vicini , la sahariana di Yves Saint Laurent e la giacca di Armani, rivoluzioni allo stato puro , per donne e uomini che non vogliono impicci e filtrano con la disinibizione . Poi quella di Mugler , tipica armatura anni Ottanta , spalle immense da robot , da creatura bionica . Quella Westwood, che con tipico piglio inglese, sposa il punk al corsetto vittoriano . Quella Dolce&Gabbana , da picciotto , ma con bustier . Quella di Romeo Gigli, con le spalle e i revers che cascano esausti sul busto , a suggerire un’attitudine quieta . Quella di Yohji Yamamoto , un cult anni Novanta , nera , asessuata , intellettuale, cool, sorta di carta d’identità sociale e professionale. E quella del Duemila invece? Mmmmmm…Balmain !! Ovvero: spalle appuntite che strizzano gli occhi agli Ottanta , linea aderente , graffiante e seducente , glamour military/rock che trasuda dalle ( tante ) applicazioni e dai materiali adoperati ( leather a go-go ) .

A questo punto , d’obbligo un’altra domanda . Qual è stata la donna più bella in giacca ? Nessun dubbio: Bianca Jagger . In bianco, cappello tomboy , piglio della sono-così-sexy-che-mi-vesto-da-uomo , in più il pizzico di dandismo che incanta . Figura “divina” è stata anche la Marlene Dietrich , attrice fatale e antisegnana dello stile lesbo chic . Allure mascolina anche per Katharine Hepburn  “in divisa“ : tailleur da uomo , posa irriverente e sigaretta .

Piglio aristocratico invece per la giacca indossata da Grace Kelly  con James Stewart : mise superba , in “La finestra sul cortile “ di Hitchcock .

Iconica quella di Lauren Hutton : uno dei simboli anni Ottanta firmato Armani .

E le prime giacche? Eccole fare capolino nel ‘600 , lunghe e aderenti per poi cedere il posto (e forma ) nel ‘700 , alle redingote , decisamente più strette in vita e molto svasate . Nel periodo Vittoriano la vita rimane sottile ,ma linea si fa maschile – con code finali -,  fatta eccezione per le maniche – molto femminili con la loro forma a palloncino – . Nel periodo Eduardiano le giacche rimangono strette sul petto – pettorina – , ma questa volta il punto ( cruciale ) di trasformazione avviene proprio per le maniche : esasperate nel loro stringersi attorno all’avambraccio per poi  gonfiarsi esageratamente tra le spalle e il gomito , dando vita alla tipica forma a prosciutto .

Bene, quiz storici a parte , passiamo all’attualità . La giacca è tornata . Purificata dal purgatorio cui l’ha condannata l’accusa di partner-ship con la donna manager di yuppiesca memoria . Ed è una giacca bella sulla pelle , che segue la scia della sartorialità che oggi  ( meno male!! ) piace – date un’occhiata alle collezioni Céline o Stella McCartney – . Non copre, non connota , rivede canoni e proporzioni . Ed è perfetta , parrebbe costruita a manichino . Come una volta .

M.Chiara D’Apolito

 

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano