«All’incontro del 3 giugno la Regione si presenterà con un ordine importantissimo per mettere il cantiere al riparo e rilanciarlo». Marcello Taglialatela, assessore regionale all’Urbanistica, che già nei giorni scorsi aveva annunciato l’intervento di un misterioso armatore internazionale sulla crisi dello stabilimento Fincantieri di Castellammare, scopre le carte. Gli armatori con i quali l’Ente di Santa Lucia avrà a che fare sono molto più vicini di quanto sembri: si tratta della Deiulemar spa, una società di Torre del Greco che gli operai del cantiere stabiese conoscono bene. «La Deiulemar spa è un’azienda internazionale con un fatturato elevatissimo – afferma Taglialatela – che fino al 1996 ha costruito parte della propria flotta nel cantiere di Castellammare. L’azienda si è resa disponibile nell’interpretare una volontà che la Regione porta avanti, ovvero quella di un piano che consenta il recupero totale dello stabilimento e non solo l’idea della realizzazione di un bacino di costruzione». Il primo contatto tra gli armatori e il presidente Caldoro è avvenuto nella mattinata di lunedì. La commessa consisterebbe nella realizzazione di sei navi bulk-carrier (navi adibite al trasporto di materiale secco) e garantirebbe il lavoro ai cantieri per circa 4 anni. La realizzazione delle sei navi era già stata programmata in alcuni cantieri asiatici, dove il prezzo si abbasserebbe del 25 per cento circa, per cui tra le condizioni poste dagli armatori sarebbe prioritaria proprio la possibilità di lavorare con prezzi competitivi. «Durante l’incontro non si è parlato di denaro – precisa l’assessore – ma i rappresentanti hanno un quadro dettagliato del tutto, il progetto tecnico esiste e questo ci mette nelle condizioni di aspettare che Fincantieri analizzi la proposta di commessa in accordo con governo e Regione, poi non manca la volontà della Regione nel mettere a disposizione misure di sostegno che potrebbero essere messe in pratica anche con l’accordo dell’Unione europea». Facile chiedersi come mai gli armatori torresi siano entrati in scena soltanto adesso. «Probabilmente l’azienda non ha cercato commesse – prosegue Taglialatela -. Alla chiusura e alla realizzazione delle infrastrutture ci si arriva solo dopo aver contattato possibili clienti. Ma mi voglio sbagliare, quel che conta è che oggi abbiamo un elemento di forza su cui la Regione accanto al governo deve ragionare e spero che le forze sindacali e le forze locali facciano quadrato attorno a quest’iniziativa». Gli armatori torresi però avvertono: «Non bisogna perdere tempo – spiega Angelo Della Gatta, dirigente della spa con sede a Torre del Greco . Non siamo insensibili a quanto sta accadendo a Castellammare. Operiamo da 50 anni in questo territorio e, quando possibile, ci impegniamo con passione nell’interesse della collettività. Ma alle istituzioni chiediamo di essere celeri». Intanto, non si placa la mobilitazione operaia: la Rsu di fabbrica ha consegnato un documento ai parlamentari campani accorsi presso il palazzo del Consiglio regionale della Campania. Malgrado l’assenza dei parlamentari del centrodestra, il documento è stato sottoscritto dai capigruppo per essere poi sottoposto al tavolo convocato per il 3 giugno dal ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani. «No alla chiusura del cantiere. Si al bacino di costruzione così come ad incentivi e commesse pubbliche per affrontare l’emergenza ed infine via libera ad un’iniziativa in sede europea per affrontare il tema della rottamazione delle navi», i punti essenziali del documento.
Antonio Averaimo